Regione Piemonte rilancia sulla Gigafactory a Torino
La Regione è tornata sul tema con un piano che prevede anche una serie di fondi per l’economia.
Si moltiplicano gli appelli della politica e del mondo industriale per far nascere a Torino un nuovo polo per le batterie elettriche, cosiddetta Gigafactory. Oggi la Regione Piemonte è tornata sul tema con un piano che prevede anche una serie di fondi per l’economia.
Regione Piemonte rilancia sulla Gigafactory a Torino
Il giorno dopo la polemica con il Governo sulla Gigafactory di Stellantis, la Regione Piemonte rilancia presentando un nuovo piano che conta di sfruttare nella trattativa. Ieri, infatti, il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani aveva detto in sintesi che, dal suo punto di vista, “che il nuovo polo delle batterie possa sorgere a Torino o altrove è indifferente, purché in Italia” mettendo in agitazione la politica e l’imprenditoria piemontese che oggi si sono riuniti per lanciare la controffensiva.
Piano di rilancio
Si tratterebbe di un progetto per rafforzare il centro competenze di corso Settembrini, nel quale si lavora alla manifattura del futuro fatat con la stampa del 3D e non più con le fonderie, e la città dell’aerospazio di corso Marche.
“La Gigafactory è l’obiettivo che abbiamo in Piemonte. Stiamo preparando questo dossier sull’automotive e sull’aerospazio" dice Andrea Tronzano assessore al Bilancio, "perché noi pensiamo che anche l’aerospazio possa fruire della Gigafactory. A Stellantis o a chi vorrà venire ad investire qua serve investire in Piemonte, perché conviene a loro. Questo è il nostro obiettivo”.
Il centro competenze, nel quale la stessa Stellantis ha un piede, potrebbe essere un asset importante per portare la Gigafactory a Torino, perché la sua specializzazione è ritagliata proprio sulle esigenze dell’automotive del futuro e potrebbe riportare nel tessuto urbano tutta la filiera.
I finanziamenti
Sul piatto la regione mette 90 milioni di euro: 30 per automotive ed eurospazio e altri 60 per la riconversione e riqualificazione industriale del tessuto urbano puntando su digitalizzazione e formazione. Un piano al quale l’ente locale lavora da tempo e per il quale il Ministero dello sviluppo economico mette in campo altri 50 milioni di euro.