La 'Ndrangheta "piemontese"

Carabinieri e FBI insieme per l'arresto dei due super-latitanti italiani in Brasile

Esponenti di spicco dei clan calabresi trapiantati nel Nord Italia, erano nella lista dei dieci ricercati più pericolosi. Uno dei due era evaso dal carcere di Montevideo nel 2019.

Carabinieri e FBI insieme per l'arresto dei due super-latitanti italiani in Brasile
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Clamoroso arresto di due super-latitanti italiani in Brasile. E' finita la fuga per Rocco Morabito di Africo (Rc) e Vincenzo Pasquino di Torino, narcotrafficanti internazionali già arrestati in passato e ricercati dall'Interpol quali pericolosi pilastri del crimine organizzato.

Teste di cuoio in azione

A far scattare le manette i Carabinieri del Ros (Reparto Operativo Speciale, le nostre teste di cuoio insomma) in collaborazione con la Polizia Federale brasiliana e con l'FBI statunitense. Roba grossa, quindi, anche perché si tratta di due personaggi davvero di spicco. Personaggi che attestano ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, lo strettissimo legame fra Calabria e Torino per quanto riguarda le attività illecite di spaccio e controllo territoriale. Colpa, secondo molti, della famigerata politica dei "soggiorni obbligati" messa in atto negli Anni '70 e '80 per estirpare la malapianta mafiosa dalle regioni del Sud. Con il risultato che, invece, è stata "trapiantata" al Nord.

Sia come sia, sono stati finalmente catturati a Joao Pessoa questi due pericolosi delinquenti. L'attività di intelligence è stata coordinata per intero dalla Procura di Reggio Calabria e da quella di Torino che si sono poi servite dei Carabinieri per portare a termine in concreto l'operazione.

L'evasione da Montevideo

Da rimarcare anche l'intervento decisivo per le indagini da parte del Governo uruguayano: Morabito infatti era evaso dalla sua cella di Montevideo nel 2019. I due arrestati rientrano fra l'altro nella cosiddetta "top ten" dei latitanti più pericolosi. La lista, stilata dal Ministero dell'Interno, vede ancora in cima Matteo Messina Denaro inafferrabile primula rossa della peggior malavita meridionale italiana.

Così ha commentato la brillante operazione il presidente della Commissiona parlamentare antimafia Nicola Morra:

"La frontiera del crimine mafioso è ormai transnazionale: la globalizzazione ha reso le attività economiche sempre più internazionali, superando confini territoriali quali potevano essere quelli dell'Aspromonte per la 'ndrangheta reggina o della provincia palermitana per i corleonesi o della Campania Felix per i casalesi. Ed è su questa direzione di marcia che le mafie dovranno essere sempre più studiate (...) e combattute (...) battendosi affinché la nostra normativa antimafia, per giudizio unanime la più avanzata al mondo, venga accettata in altri ordinamenti. (...) Ultima considerazione: Messina Denaro? Prendiamo gli altri, quantunque con difficoltà e dopo anni ed anni di latitanza, ma li prendiamo. Invece lui no. Da decenni, esattamente dal 1993, continua ad essere uccel di bosco. Forse perché, se preso, potrebbe raccontare di (...) stragi e intrecci perversi fra stato e mafia".

Un plauso dunque alle Forze dell'Ordine per questo arresto dei due super-latitanti italiani in Brasile. Ma c'è ancora molto da fare...

(LEGGI ANCHE: https://giornaledeinavigli.it/cronaca/catturato-in-brasile-il-boss-di-ndrangheta-rocco-morabito/)

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