Ancora proteste e scontri violenti in Val di Susa: i sindaci del territorio "alleati" con anarchici e No Tav
I manifestanti hanno indetto un ritrovo pacifico in piazza a San Didero tutti i giorni alle 18.00
Non si placano le proteste dei No Tav e degli amministratori locali dei Comuni della Val di Susa: dopo gli scontri di ieri sembra che la situazione sia ben lungi dal tornare alla normalità.
I sindaci e i No Tav insieme
Il punto più curioso, ma non riguarda gli episodi odierni bensì risale a molti mesi fa, è che i sindaci del territorio insieme agli altri amministratori locali fiancheggiano la protesta di anarchici e No Tav. Come dire: le Istituzioni (almeno quelle locali del territorio) inascoltate dal Governo centrale si ritrovano ad appoggiare le posizioni dei manifestanti contro la repressione della Polizia in assetto da guerra. Le giornate del 12 e 13 aprile 2021 sono state a dir poco campali per gli esiti della protesta.
Il video del No Tav che prende a secchiate il camion della Polizia
In valle una gran moltitudine di persone di ogni estrazione sociale e convinzione politica ha manifestato contro quello che è stato definito lo "scempio Tav". I primi cittadini hanno parlato in piazza in un comizio pubblico per spiegare le ragioni della loro contrarietà. Gli attivisti più "accesi" si sono spinti oltre: occupando l'ex-autoparco e fronteggiando le Forze dell'Ordine che impedivano gli accessi. Intanto, la foto della marcia di protesta (qui sotto) potrebbe diventare emblematica della contrapposizione (anche perché a più di uno ha ricordato il mitico Quatro Stato di Pelizza da Volpedo).
Nell'aggiornamento di ieri è stato raccontato lo scontro violento fra i boschi che ha coinvolto celerini e manifestanti.
Fra dissenso e pestaggi
Ora la cronaca si arricchisce di altri episodi, sempre piuttosto a cavallo fra dissenso e pestaggi. Anche perché il vicequestore (sul campo per "comandare la piazza" come si dice in questi casi) è stato colpito da un sasso. Così gli autonomi sul loro sito ufficiale:
"I No Tav (...) si sono visti lanciare addosso lacrimogeni perché considerati illegittimi sul proprio territorio e sulla terra in cui vivono e che tutti i giorni difendono dalla devastazione ambientale. Dopo aver fronteggiato le truppe di occupazione per tutta la notte gli attivisti si sono dati un appuntamento nella giornata di oggi per fare il punto della situazione e provare a raggiungere i 5 No Tav che da ieri sono sul tetto del presidio. (...) La polizia non ha perso occasione di menare (...) i manganelli nella vana speranza di cacciare via i No Tav. (...). Alle ore 16, nel piazzale di fronte al presidio No Tav occupato da decine di mezzi delle forze di polizia, molti sindaci della Val di Susa, insieme al presidente dell’Unione dei Comuni, hanno dato luogo ad una conferenza per portare la loro contrarietà all’opera e alla gestione delirante messa in campo a San Didero esattamente come negli anni passati è successo a Venaus, Chiomonte e Giaglione. (...) Le Amministrazioni comunali del territorio si sono dette preoccupate per quello che succederà nel prossimo futuro rispetto a quest’opera inutile e imposta".
In 500 attraverso i boschi
Dopodiché circa 500 persone si sono dirette sulla Statale 25 per raggiungere il presidio ex-autoporto. Ma qui c'erano camionette che bloccavano la strada in entrambe le direzioni con poliziotti schierati in assetto antisommossa che hanno effettuato cariche e lanciato lacrimogeni (pare anche ad altezza d'uomo). Insomma, sembrava che l'intento fosse colpire i manifestanti più che disperderli. Questi, cocciuti e risoluti, hanno però tagliato attraverso i boschi per raggiungere il presidio. La Polizia, non sapendo come controllare un territorio così grande, ha quindi cercato di soffocare la protesta con idrante e lacrimogeni fin dentro le vie del paese. Intanto i manifestanti confermano l'appuntamento fisso come ritrovo pacifico tutti i giorni alle 18 in piazza a San Didero. Nella speranza che possano non esserci più proteste e scontri in Val di Susa.