Dalla Regione 30 milioni di euro alle Rsa come "ristoro" per la pandemia
Il presidente Cirio e l'assessore Icardi hanno ottenuto lo stanziamento. Sono circa 60mila i piemontesi ricoverati in strutture assistite.
Ristoro da 30 milioni di euro per le Rsa piemontesi che hanno subìto un duro colpo economico a causa dei decessi dovuti al Covid. Si sa che, essendo morti moltissimi anziani in Italia, e particolarmente nelle Residenze sanitarie assistite per anziani, le perdite economiche sono state notevoli. La Regione Piemonte tenta in questo modo di aiutare le realtà socio assistenziali che si son viste abbattere il reddito a causa della pandemia.
Mille Rsa e strutture per disabili
La Giunta del Piemonte ha approvato questa mattina le regole per assegnare i ristori regionali destinati a oltre un migliaio di Rsa convenzionate e strutture per disabili, minori, psichiatrici e del settore delle dipendenze accreditate che, nel periodo dal 21 febbraio del 2020 al 30 giugno 2021 hanno subìto perdite economiche ingenti dovute alla pandemia. Si tratta complessivamente di uno stanziamento di 30 milioni di euro fortemente voluto dal presidente Alberto Cirio e dagli assessori alla Sanità Luigi Icardi e al Welfare Chiara Caucino, con l’obiettivo di sostenere la continuità dell’erogazione delle prestazioni di carattere residenziale di tipo sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale attraverso integrazioni tariffarie riconosciute alle strutture di tipo sanitario e socio-sanitario contrattualizzate o convenzionate, con riguardo proprio al periodo dell’emergenza Covid.
Evitare il fallimento delle attività
Lo scopo è aiutare le astrutture ed evitarne il fallimento. Così Icardi:
"La Regione fa la sua parte per evitare che molte strutture falliscano o si debbano rivalere sulle famiglie, magari con aumenti delle rette. Gli ingenti costi che queste fondamentali realtà convenzionate di assistenza sanitaria e socio-sanitaria hanno dovuto sostenere per adeguarsi alla misure di sicurezza anti-covid sono sotto gli occhi di tutti. Il Piemonte non può permettersi di lasciare che il conto della pandemia gravi su chi si occupa degli anziani e delle persone più bisognose di assistenza. Per questo è stato messo in campo un intervento compensativo consistente quanto doveroso, con precise regole di erogazione, a fronte di debite rendicontazioni".
Sul piano operativo, il meccanismo di erogazione dei ristori prevede che il valore di riferimento dell’integrazione tariffaria a giornata di assistenza sia pari a 2,65 euro per le strutture residenziali per anziani, a 1,50 euro per quelle che ospitano le persone con disabilità, patologie psichiatriche e ai centri residenziali per minori, mentre un euro per giornata andrà a integrare le strutture residenziali per persone affette da tossicodipendenza e per le semi residenziali per le persone con disabilità.
I settori in cui spendere il denaro
Il contributo non potrà superare le spese rendicontate. In particolare dovranno essere garantite la sanificazione degli ambienti, l'acquisto di dispositivi di protezione individuale, maggiori spese per il personale assunto, smaltimento dei rifiuti speciali e specifici investimenti per la messa in sicurezza degli ospiti e degli operatori. Nella stessa seduta di Giunta, è stata anche approvata la delibera che individua criteri e modalità per garantire ristori a chi ha svolto servizi a domicilio.
Così il presidente Cirio su questo ristoro alle Rsa che vale 30 milioni di euro:
"Si tratta di un primo significativo passo al quale seguirà l’approvazione dell’atto amministrativo per i ristori previsti dalla legge per le strutture autorizzate e i nuovi inserimenti, nel rispetto delle normative Covid, al fine di garantire la sostenibilità del sistema della residenzialità che ospita oltre 60.000 piemontesi e dà lavoro a oltre 40.000 persone".