Deposito scorie nucleari, la Città Metropolitana chiede una proroga per presentare le osservazioni alla carta dei siti
Sessanta giorni in più per produrre il materiale atto a dimostrare la non idoneità del sito.
Deposito unico per le scorie nucleari: la Città Metropolitana di Torino chiede alla Sogin altri due mesi di tempo per presentare le osservazioni alla proposta di carta nazionale dei siti idonei.
Deposito scorie nucleari
La Città Metropolitana di Torino ha chiesto alla Sogin spa una proroga di ulteriori 60 giorni del termine per la presentazione delle osservazioni alla proposta della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee e del progetto preliminare per la collocazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari. Come riporta Prima Il Canavese, la richiesta è stata avanzata ufficialmente dal Vicesindaco metropolitano Marco Marocco in una lettera inviata alla Sogin e per conoscenza al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Ambiente, ai presidenti delle Commissioni ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati e del Senato e al Presidente della Regione Piemonte.
Serve più tempo
Spiega il Vicesindaco metropolitano:
“Dal momento che due dei siti individuati nella proposta della Carta nazionale interessano aree e Comuni della Città metropolitana di Torino – da un lato Carmagnola e dall’altro Caluso, Mazzè e Rondissone – il nostro Ente ritiene di essere portatore di un interesse qualificato nell’ambito del procedimento di consultazione pubblica in corso”.
Secondo Marocco “la mole e la complessità delle informazioni e valutazioni sottoposte alla consultazione sono tali da richiedere un rilevante complesso di analisi geologiche, geografiche, urbanistiche, demografiche, ingegneristiche ed economiche. Non si possono comprimere oltre un certo limite i tempi e le modalità di tali analisi. Riteniamo che l’iter di adozione della Carta nazionale debba contemperare la finalità di individuare un sito con la correttezza degli strumenti impiegati e la garanzia di imparzialità, in coerenza con le linee guida sui processi di consultazione pubblica espressi nella Direttiva del Consiglio dei Ministri numero 2 del 2017”.
Proroga di 60 giorni
“Abbiamo approfondito la normativa in materia: la Sogin è titolare del procedimento di consultazione e può modificarne i termini. – precisa il Vicesindaco Marco Marocco – Pertanto il termine di 60-90 giorni per la conclusione della consultazione pubblica, fissato dalla Direttiva 2 del 2017, è nella disponibilità della Sogin stessa. Da ciò deriva la nostra richiesta di prorogarlo di ulteriori 60 giorni, per consentire la più ampia partecipazione dei portatori di interessi qualificati”.
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