Protesta #Ioapro1501 a Torino: trattoria chiusa e sanzionata, i clienti organizzano una colletta per la proprietaria
La chef Francesca in lacrime: "Non ho più niente da perdere, in banca sono in rosso".
E' finita con una sospensione dell'attività per cinque giorni, la protesta #Ioapro1501 per la trattoria Cerere di via Legnano, nel quartiere Crocetta, uno dei ristoranti di Torino che ha aderito all'iniziativa nazionale contro le restrizioni Covid.
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Protesta #Ioapro1501 a Torino: trattoria chiusa
Dalla nostra inviata nel quartiere Crocetta, Silvia Venezia
Tutto era pronto, i fornelli già caldi, i clienti, che avevano tutti prenotato, già pregustavano le portate preparate da Francesca, la proprietaria. E invece la cena è finita ancor prima di cominciare: l'intervento della Questura ha disposto la chiusura immediata del locale e la sospensione della licenza per i cinque giorni a venire.
I clienti organizzano subito una colletta
Ma gli avventori non ci sono stati, e subito hanno organizzato una colletta per sostenere il locale, malgrado siano stati anche loro multati.
"Pagherò la cena comunque, anche se non l'ho consumata - ha annunciato una signora - Del resto avevano nei frigoriferi tutto il cibo che avevano comprato! Ho sempre cercato di essere una cittadina onesta e corretta, se poi lo Stato non lo è, peggio per lui".
La proprietaria: "Non ho più nulla da perdere".
La protesta era stata organizzata attraverso Internet nel corso della settimana. Ristoratori e baristi, considerando le restrizioni del Dpcm “illegittime”, avevano deciso di tenere aperti i loro locali violando intenzionalmente le limitazioni Covid e mettendo in conto anche una multa: una ribellione consapevole, insomma.
"Non ho più niente da perdere, in banca sono in rosso... - ha detto la proprietaria Francesca, commossa, a cronisti e clienti fuori dal locale - Ringrazio tutti, i clienti ci hanno risposto in tantissimi e sono stati tutti fantastici. Ringrazio Dio che il mio compagno lavora, altrimenti a questo punto sarei per strada".
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