Crollo gru in via Genova: il Comune di Torino si sfila dal processo
La tragedia costò la vita a tre operai: Roberto Peretto, 52 anni, Marco Pozzetti, 54 e Filippo Falotico, 23
Nella giornata di oggi, lunedì 20 gennaio 2025, il Comune di Torino ha ritirato la costituzione della parte civile (legata ai danni provocati dall’incidente al manto stradale e ai danni di immagine) dal processo del crollo della gru di via Genova, avvenuto nel dicembre del 2021, dopo aver ricevuto un risarcimento, di circa 55.000 euro, da parte degli imputati.
Un mossa analoga a quella dei familiari delle vittime, che hanno revocato la costituzione a parte civile dopo aver ricevuto un risarcimento di circa 1,5 milioni di euro. Restano però costituiti a parte civile l'Inail, i sindacati Feneal Uil, Fillea CGIL, l'associazione Sicurezza e Lavoro.
Quando è avvenuta la tragedia
La tragedia si è consumata il 18 dicembre 2021, in via Genova all'altezza del civico 107, nel quartiere Nizza Millefonti, a Torino, in cui morirono tre operai Roberto Peretto (52 anni, di Cassano d’Adda, Milano), Marco Pozzetti (54 anni di Carugate, Milano) e Filippo Falotico (di Coazze, Torino) il giovane di 20 anni deceduto dopo il trasporto al Cto.
Mentre altre 3 persone rimasero ferite: un operaio di 39 anni, Mirzad Svrka, residente a Chivasso, e due passanti, un uomo di 33 anni e una donna di 61. Una tragedia che scosse il Piemonte e l'Italia intera e che riaccese l'annosa questione della sicurezza sui posti di lavoro.
Il dibattimento
A maggio di quest'anno inizierà il dibattimento in aula dei cinque imputati (dirigenti e tecnici), il tutto avviene dopo controlli, perizie sul posto e indagini da parte degli esperti e della Procura di Torino.
Al momento l'accusa principale è di omicidio colposo plurimo.
Lacune e omissioni
La ricostruzione degli acquirenti parla di lacune e omissioni in materia di sicurezza. Secondo la procura la tragedia si sarebbe potuta evitare se fossero state adottate specifiche misure tecniche. I primi rilievi avevano evidenziato un cedimento nell’asfalto in corrispondenza di uno dei piedi di appoggio dell’autogru.
Successivamente spuntò un nuovo dettaglio: la gru di via Genova era stata revisionata il giorno prima dell’incidente. Un intervento di manutenzione per un presunto problema all’impianto di sollevamento. Le operazioni furono effettuate direttamente nell’area del cantiere perché il mezzo si trovava già in posizione di lavoro.
Infine, una perizia effettuata da personale specializzato, voluta dal pubblico ministero Giorgio Nicola e dal procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo, coordinatori delle indagini, evidenziò come l’autogru fornita dalla ditta "Calabrese" fosse più bassa rispetto all’altezza prevista dal manuale tecnico. Secondo i tecnici, questa carenza, si sarebbe potuta superare con alcuni accorgimenti che però non furono effettuati.
Le dichiarazioni
"Oggi eravamo in aula per ribadire la nostra vicinanza ai familiari delle vittime e chiedere giustizia. Non possiamo accettare questo continuo stillicidio di morti e feriti in edilizia. È una strage che va fermata, anche attraverso le aule dei tribunali”, ha dichiarato Claudio Papa, segretario Feneal Uil Torino.
“Ci auguriamo - ha affermato Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro - che il processo prosegua celermente e che possa essere fatta completa chiarezza su quanto accaduto. Da parte nostra continueremo a seguire la vicenda perché sia fatta piena giustizia. Di lavoro, soprattutto in edilizia, si continua a morire e ad ammalarsi e la giustizia può essere un efficace modo per fare prevenzione e opera di deterrenza”.