Disabile a chi? La lezione di vita di Luca e Danilo, fra handbike e parapendio
I due quarantenni piemontesi si sono conosciuti all'Unità Spinale dopo l'incidente che vent'anni fa li ha costretti su una carrozzina.
Disabile a chi? Potrebbero tranquillamente rispondere così, nonostante siano in carrozzina, i due quarantenni piemontesi Luca Paiardi e Danilo Ragona di recente diventati famosi per la collaborazione con Rai3 ("Kilimanjaro") e per aver percorso tutta l'Italia in handbike. Certo non possono camminare sulle loro gambe, ma quanta forza d'animo sprigionano le loro vite e quanta energia positiva si percepisce anche solo ad ascoltarli!
Da 20 anni in carrozzina
Sono su una sedia a rotelle da vent'anni, quasi metà della loro vita, ma il loro curriculum parla chiaro: autore, regista e protagonista di documentari di viaggio, presidente dell'associazione B-Free (no profit), presidente di Able To Enjoy (azienda del Made in Italy che progetta e commercializza prodotti per la disabilità) per quanto riguarda Danilo. Luca invece ha studiato al Politecnico di Torino, è laureato in Architettura ed oggi è un affermato musicista (il suo complesso rock Stearica suona anche all'estero). La prima volta che si sono incontrati è stato in ospedale, uno usciva e l 'altro entrava all'Unità Spinale di Torino. Pressoché coetanei (hanno due anni di differenza) e giovanissimi all'epoca, hanno subito percepito l'uno la solidarietà dell'altro. Da questa scintilla è nata un'amicizia coi fiocchi, che dura tuttora e che si è cementata nel corso degli anni. In questo periodo i due piemontesi hanno fatto di tutto per rendere la condizione di disabilità il meno impattante possibile sulle loro vite. Anche facendo cose che le persone cosiddette "normali" se le sognano. Esempi? Volare con il parapendio. Oppure aprire la sfilata al sambodromo di Rio. Tutto per dimostrare, e ci sono riusciti, che la disabilità non deve frenare bensì stimolare. E rendere migliori.
Tutta Italia in handbike
L'ultima impresa è certo anche la più performante dal punto di vista fisico. Luca e Danilo hanno voluto sfidare se stessi e le proprie forze, percorrendo tutto lo Stivale su una handbike (come quella utilizzata in gara da Alessandro Zanardi prima del tremendo incidente che lo ha costretto al ritiro). Da Torino a Catania, sono 1.500 chilometri a forza di braccia: nessuno può esimersi da tributare i doverosi complimenti a questi due ragazzi coraggiosi. Ecco alcuni dei loro pensieri tratti da interviste o dai post su Facebook, fanno riflettere:
"Bisogna sempre inseguire i propri desideri, avere la forza di riappropriarsi di ciò che si amava anche prima. Non è scontato che ci si riesca. Si deve prendere il coraggio a due mani e tenere duro. Chi se ne frega come sei diventato disabile. Non conta il modo, conta che da quel momento ti cambia la vita. Non è certo una passeggiata di salute, ma se l’affronti in maniera giusta riesci lo stesso a inserirti bene nella società".
Con il "Viaggio in Italia" Danilo e Luca riescono a dare informazioni, a far vivere le loro emozioni, soprattutto a trasmettere il messaggio che... si può fare. Tutto si può fare o quasi, basta avere una grande forza di volontà e impegnarsi a fondo. Questo il messaggio che va al di là della disabilità o della presunta "normalità" per riunire le categorie in quell'unica che conta: siamo esseri umani.