Vavassori ed Errani vincono il doppio misto agli Us Open: è la prima volta per l'Italia
Il segreto di questa coppia lo ha presto svelato Sara: "Andrea è perfetto"
Il torinese Andrea Vavassori e la bolognese Sara Errani si sono aggiudicati il doppio misto agli Us Open di tennis. La coppia azzurra si è imposta per due set a zero sugli statunitensi Donald Young e Taylor Townsend nella finale sui campi di Flushing Meadows.
Battuti gli americani Townsend e Young
I due hanno battuto in finale Taylor Townsend e Donald Young con il punteggio di 7-6, 7-5 in un'ora e 28 minuti di gioco.
Per la Errani è il sesto Slam in doppio dopo aver completato il Career Golden Slam. Per Vavassori, invece, è il primo major in carriera.
Rimarrà nella memoria quel gesto di Vavassori che si volta verso Sara Errani, si toglie il cappello e urla di gioia, poi le lacrime e le parole di Sara:
"La vita quest'anno ha esagerato, non ci credo nemmeno io. Ho vinto Roma e l'oro olimpico, ho vinto qui, sono felicissima".
Nessun'altra coppia italiana era mai arrivata negli Slam in doppio misto, loro ce l'hanno fatta. Il loro segreto lo ha svelato Sara subito dopo la vittoria:
"Ci siamo divertiti, abbiamo salvato un match point al primo turno con un punto assurdo. E' un ragazzo pazzesco, è umile, disponibile, divertente, alla mano. Mi fa star bene, mi fa vincere volee contro volee: è perfetto".
Andrea Vavassori: le parole che non abbiamo dimenticato
E allora scopriamo qualcosa in più di questo ragazzo perfetto. Torinese, classe 1995. Andrea comincia a giocare già a quattro anni sul campo in asfalto della casa del nonno. Proviene da una famiglia di tennisti e viene forgiato dai sapienti consigli del papà Davide, che lo cresce a pane e videocassette di Rafter, Sampras e Rusedsky.
Nonostante sia anche un ottimo singolarista, i risultati più belli della carriera li ottiene in doppio.
Durante le Olimpiadi di Parigi 2024 il giocatore ha preso parola dopo aver perso nei quarti di finale del doppio misto, proprio in coppia con Sara Errani, sottolineando l'importanza della cultura della sconfitta:
"Ci sono sempre dei motivi per dare addosso al giocatore, non c’è più l’apprezzamento del percorso, si guarda solo alla vittoria e alla sconfitta"