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Thiago Motta: Non penso alla classifica, ma solo all'Atalanta

"Gasperini mi ha fatto ritrovare la voglia di giocare e il sorriso dopo un grave infortunio. Ho per lui rispetto e ammirazione".

Thiago Motta: Non penso alla classifica, ma solo all'Atalanta
Pubblicato:

di Maurizio Vermiglio

Thiago Motta: Non penso alla classifica, ma solo all'Atalanta

Thiago Motta: Non penso alla classifica

Guardare davanti, l'aggancio del terzo posto oggi dell'Atalanta, avversario di domani sera all'Allianz Stadium (fischio di inizio alle 20.45) o proteggersi alle spalle, con la Lazio a -2 che insidia il quarto posto, prima posizione utile per giocare la prossima Champions? Questo è il dubbio amletico che tutto il mondo bianconero ha, tranne Thiago Motta che sul tema non ha dubbi. Ecco cosa ha risposto oggi, sabato 8 marzo 2025, alla vigilia di Juventus-Atalanta.

"In questa settimana abbiamo lavorato a livello tecnico, fisico e psicologico solo pensando alla partita contro l’Atalanta. Niente altro. Non pensiamo ad altro che non sia affrontare questa partita al massimo. Ed è questo che abbiamo bisogno di fare. Non dobbiamo perdere energia cercando altre cose che non siano la partita in sé contro l’Atalanta. Come abbiamo sempre fatto, la nostra filosofia è partita dopo partita, essere concentrati sulla prossima e mettere tutta la nostra energia lì, concentrazione e determinazione in quello che dobbiamo fare domenica sera. Non saranno della partita, perché indisponibili: Jonas Rouhi, Juan Cabal, Bremer, Douglas Luiz, Savona, Milik, Conceição".
 Che avversario è l'Atalanta?

"Conosciamo il livello dell’avversario e sappiamo che dobbiamo essere al nostro massimo livello, se non di più, per competere con loro. Non dobbiamo perdere energia su niente altro, solo su quello che dobbiamo fare, mantenendo il focus su quello che dobbiamo realizzare e rispettando l’avversario. Allo stesso tempo, dobbiamo mettere in pratica tutto quello che abbiamo dentro per fare una grandissima partita e, alla fine, ottenere la vittoria. È per questo che facciamo questo lavoro. Si tratta di una grande avversaria che, nel campionato, sta bene, non solo da oggi, ma da tanto tempo. Le precedenti partite dicono che è sempre stata una partita complicata per noi. Affronteremo una squadra che ha giocatori forti e un allenatore fortissimo, che io stesso ho avuto e che mi ha aiutato in un momento difficile della mia carriera. L’ho raccontato anche a lui: quando tornai da un infortunio molto grave al ginocchio, iniziai ad allenarmi e lui mi chiese se potevo giocare. Gli risposi di sì, e allora mi disse che mi avrebbe portato con sé, magari facendomi giocare solo dieci minuti. Fu proprio lui a mettermi in campo nel primo tempo, a causa di un titolare che si era fatto male, e da lì ritrovai la voglia di giocare, il sorriso, il divertirmi, anche giocando a calcio. Gasperini è un allenatore che non deve dimostrare più niente a nessuno, ha fatto grandi cose nella sua carriera. E' competitivo, sia a livello nazionale che internazionale. Ho grande rispetto e grande ammirazione. Domani, però, dobbiamo essere concentrati per affrontare una grande squadra dell’Atalanta".

Quale sarà la chiave della partita con i bergamaschi?

"Per caratteristiche, per esperienza dei suoi giocatori, ma anche sicuramente per richiesta dell'allenatore, l’Atalanta è una squadra che va sempre in avanti, spesso sull'uomo, perché trovano il riferimento e sono molto forti, ma hanno anche la capacità di cambiare nelle marcature durante la partita. Non è facile, ma hanno questa capacità. È una squadra che gioca molto bene a calcio e che ti mette in grande difficoltà, ti fa giocare dietro e ti mette alle corde. L'abbiamo visto anche nei minuti finali della partita di andata, quando loro sono riusciti a prendere un po' più di campo. In quel momento, dobbiamo giocare bene, soprattutto quando il gioco si fa difficile. È una squadra che, su un errore dell’avversario, ti porta anche alla frustrazione. Vuoi andare in avanti, ma spesso non te lo permettono perché sono molto aggressivi e lasciano pochi spazi. Vedremo domani se decideranno di pressare anche il nostro portiere. Sarà una partita più aggressiva? Lascieranno più tempo al nostro portiere? Ci sono tante variabili che possono cambiare. Alla fine, si tratta di una squadra forte che è riuscita a competere, non solo in Italia, ma anche in Europa, contro squadre come il Real Madrid e il Barcellona. Con un grande allenatore di  con grande rispetto da parte nostra, ma allo stesso tempo vogliamo fare del nostro meglio, qualcosa in più per ottenere la vittoria.

Il ritorno al gol contro il Verona di Teun Koopmeiners e la sua nuova posizione esterno a ridosso della punta: come sta il grande di ex di domani sera?

Da quando è arrivato qui il primo giorno ci ha dato una grandissima mano in tantissime occasioni. Come lo vedo io? Dico sempre a lui e tutti che le critiche ci sono e ci saranno sempre, è parte del nostro lavoro. Dobbiamo accettarle e andare avanti, cercando sempre di migliorare e di fare le cose nel modo giusto. Nell'ultima partita è entrato e ha fatto molto bene, segnando anche un gol. Sono molto contento per lui, perché realizzare una rete è un momento importante per un giocatore. È il momento in cui esplodono tutte le sensazioni e le emozioni, perché nel calcio viviamo per questo. Ma lui fa anche tante altre cose che aiutano la squadra. È un ragazzo importantissimo, sia fuori che dentro al campo. Ho sempre detto che è un privilegio avere un giocatore di questo livello e poter contare su di lui, il massimo possibile, quando è stato disponibile. Ripeto, ha sempre dato un grande aiuto e continuerà a farlo perché è un ragazzo serio, che lavora molto bene, molto concentrato, con un impegno massimo sempre, anche giocando in diverse posizioni. Questo è un punto in più per lui: leggere e capire le posizioni, come farle. Ha già giocato in diverse posizioni, sia in Olanda, nell'Atalanta, che nella nazionale. Spero che anche domani sarà di grande aiuto alla squadra per arrivare alla vittoria.

Poi, focus su Kenan Yldiz.

"Deve continuare a migliorare in tutti gli aspetti. Sta meglio tecnicamente, mentalmente, ma è ancora molto giovane, quindi ci sono sicuramente margini di miglioramento enormi. Lui lo sa, e la cosa più importante è che lo sa. È umile e disponibile. Non mi ricordo una volta, in questa stagione, che si sia fermato. Forse ha perso una partita, ma non mi ricordo di averlo visto fermarsi. È una cosa fantastica. Una stagione che si gioca tantissimo, ogni 2-3 giorni, e lui è sempre presente. Ripeto, è umile, e la cosa importante è che noi possiamo dargli degli spunti, correggere situazioni, farlo crescere ancora di più."

Juventus, una squadra che crea, ma segna, però, in relazione troppo poco.

"Come si migliora? Insistere e  insistere. Però, continuando a creare, dobbiamo continuare ad arrivare a quel momento lì, sapendo sempre che la forza dell’avversario di domani (l'Atalanta, ndr) farà di tutto per impedirci di arrivare in quella zona. Noi dobbiamo provare ad arrivare, sia esterni che interni, con combinazioni in attacco, con la profondità nelle individualità e nella creatività dei nostri giocatori, soprattutto offensivi che, alla fine, possono arrivare nella zona del gol. Insistere, insistere. L’importante è arrivare in quel momento e creare: finché creiamo e siamo in avanti, la probabilità di vincere la partita aumenta sicuramente. Dobbiamo aumentare la nostra percentuale in attacco, di fare bene la finalizzazione e arrivare a concludere meglio. Si tratta di insistere e insistere".

E dall'attacco, alla difesa, la meno battuta del campionato il passo è breve...

La fase difensiva è un concetto collettivo. Sono orgoglioso di questa fase difensiva, del percorso di crescita della squadra, di questa fase difensiva intesa come gioco collettivo. Non è solo il reparto arretrato, ma la squadra tutta. Servirà sicuramente una difesa molto solida contro il secondo miglior attacco della stagione, l'Atalanta, una squadra forte con grande qualità che viene in avanti e gioca. E faccio i complimenti a Vlahović, a Nico González, a Francisco Conceição e ai nostri centrocampisti. Sicuramente, il nostro merito va anche ai difensori e ai nostri portieri. La difesa è un gioco collettivo, e tutti hanno la loro responsabilità, iniziando dalla pressione alta. La squadra funziona meglio per questo e, fino ad oggi, abbiamo fatto molto bene. I nostri attaccanti hanno collaborato tantissimo per rendere la squadra più solida, difendendo meglio. Merito anche dei nostri difensori e portieri, ma tutto inizia da lì. È da sottolineare, perché è importante avere una squadra solida a livello difensivo. Noi siamo stati fino ad oggi, grazie anche al lavoro dei nostri attaccanti e dei nostri centrocampisti, che sono giocatori generosi, solidali, che lavorano, corrono, lottano e giocano per il bene della squadra.

Cinque vittorie consecutive, in cinque modi diversi: qual è la vera Juve?

"Tutte. A mi piace vincere. Poi, come ho sempre detto, quando giochi bene, quando sei superiore all’avversario in tante situazioni, la probabilità di vincere è più alta. È indiscutibile. A volte però non lo fai, e l’abbiamo visto anche ultimamente: non giochi bene ma riesci comunque a vincere, e va bene lo stesso, perché l’allenatore alla fine vuole vincere. Ma per arrivare alla vittoria ci sono tante cose che si devono fare: il lavoro durante la settimana, il recupero, l’allenamento, i piccoli dettagli, arrivare alla partita preparati a quello che dobbiamo affrontare. Domani dobbiamo affrontare una squadra sicuramente particolare, perché non tutte le squadre riescono a giocare in quel modo. Il nostro focus deve essere concentrato su cosa dobbiamo fare e su cosa dobbiamo limitare nell’avversario. Se sei superiore in tanti aspetti del gioco, la probabilità di vincere è più alta, e questo è l’obiettivo finale. Ma la mia preferenza è vincere".

Ancora su Gasperini... 

"Penso che sia un grande allenatore, anzi, un grandissimo allenatore. Non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. Il discorso su Gasperini è che non deve più dimostrare niente, perché ha già dimostrato tantissimo. È un grande allenatore e continuerà sicuramente a farlo, ma è anche un allenatore completo, che ha fatto sempre grandissimi lavori durante la sua carriera. L’ultimo lavoro all’Atalanta è qualcosa di speciale, di ammirazione totale, non solo per gli attaccanti, ma per tutti. Riesce a alzare il livello dei suoi giocatori, riesce a farlo per tutta la squadra. Riesce a fare tante cose che, a volte, si potrebbero dare per scontate, ma che non lo sono affatto. Per questo ho grande rispetto e ammirazione per lui, e lo ringrazio anche per quello che ha fatto in un momento molto difficile della mia carriera, come giocatore di calcio".

In campo col doppio centravanti? La linea d’attacco contro l’Atalanta resterà la stessa,o la Juventus cambierà atteggiamento? Memori, anche della bella prestazione del girone di andata

"Vero, all'andanta abbiamo fatto una grande partita, ma non è stata sufficiente per vincere. L’Atalanta è un avversario di alto livello, forte. L’idea è sempre la stessa, che ci siano gli attaccanti o meno. Non cambia. Certo, sono due giocatori che possono aiutare tantissimo. Vedremo domani se iniziano o no, ma l’idea non cambierà. Continueremo a fare quello che dobbiamo fare per essere superiori all’avversario e arrivare alla vittoria".

L'eliminazione in Coppa Italia contro l'Empoli quanto ha condizionato  l'inizio della partita col Verona?

"Ho parlato con i miei giocatori su questo argomento. Volevo vedere quanto ci tengono a fare le cose bene, ma dal primo giorno non è da oggi. Si impegnano al massimo dal primo giorno: corrono, lottano, giocano per la squadra. È chiaro che dobbiamo avere un equilibrio. È giusto che si mettano tante responsabilità, perché giocare nella Juventus è una grande responsabilità. Ma giocare a calcio con quel peso addosso non è facile. A volte, questo può dare un vantaggio all’avversario. Nell’ultima partita, ma non solo, si è visto che a volte diamo un vantaggio agli avversari, soprattutto quando giochiamo in casa. Dobbiamo trovare l’equilibrio, avere la stessa responsabilità senza farci schiacciare dal peso. Loro ce l’hanno, perché si impegnano. Si vede il loro impegno e la loro volontà. Però, dobbiamo lavorare su questo aspetto, perché il calcio deve essere anche entusiasmo e voglia di fare le cose bene. I giocatori devono prendersi dei rischi e quando hai questo peso, a volte puoi dare un vantaggio all’avversario. Ma ho grande fiducia nei miei ragazzi, lo dico spesso, sia all’interno che all’esterno. Grande fiducia, perché si impegnano e vogliono fare bene".

Motta ritorna su Gasperini e su cosa ha carpito quando era allenato da lui e cosa (ancora) non è riuscito a replicare?

"Vorrei prendere tante cose, ma ci vuole anche tempo. Filosofie diverse? Non lo so, se abbiamo filosofie diverse. Alla fine, io credo che tutte le filosofie e i principi di gioco siano validi, finché si arriva alla vittoria. Io ho avuto tanti allenatori forti. Gasperini è sicuramente uno dei più importanti, ma ho avuto anche grandi maestri come Carlo Ancelotti, che ha un’intuizione incredibile e un modo di interpretare il calcio davvero speciale. Ogni allenatore mi ha dato qualcosa e mi ha aiutato tantissimo. Ma alla fine, vogliamo tutti vincere, e l’obiettivo finale è quello".

Partita sparti acque?

"No. E noi non cambieremo la nostra filosofia. La nostra filosofia è concentrarci sulla prossima partita. Tutto il resto non ci interessa. La nostra energia è focalizzata solo sulla partita di domani. Abbiamo fatto una settimana completa pensando a questa partita. Oggi i ragazzi avranno la tranquillità di scegliere: stare con la famiglia, con gli amici o anche restare nell’hotel. Ma la testa è solo sulla partita di domani. Nient’altro. Solo la partita di domani".

 

 

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