Simone Muratore dice addio alla carriera di calciatore: "Dopo il tumore ho dovuto rimparare a parlare bene, camminare come se fossi un bambino"
Tre anni fa, nel 2021, la scoperta della malattia
Il giocatore 26enne della Juventus, Simone Muratore, mette un punto alla sua carriera da calciatore. Lo ha fatto sapere nella giornata di sabato 14 dicembre 2024, con un post sui suoi profili social.
La sua carriera
Cresciuto nelle giovanili della Juventus, con la quale gioca nella formazione Primavera a partire dal 2014. Subisce un primo grave infortunio ad inizio novembre del 2015 con la rottura del legamento crociato, che lo tiene lontano dai campi di gioco fino alla seconda metà di maggio 2016. Subisce un secondo infortunio allo stesso ginocchio nell'aprile 2017, che oltre a tenerlo fermo fino a tutto novembre dello stesso anno, rende necessario un secondo intervento correttivo ad aprile dell'anno seguente.
Nella stagione 2018-2019 fa parte della Juventus U23 che partecipa alla Serie C, disputando in terza serie 34 presenze e segnando due reti. Nel campionato 2019-2020, ancora con l'Under 23 bianconera, disputa 15 partite e segna una rete in Serie C; inoltre vince la Coppa Italia di categoria
La scoperta del tumore
Tre anni fa, nel 2021, Simone ha scoperto di avere un tumore raro "Neurocitoma al ventricolo sinistro" (sul web viene descritto come a lento accrescimento, che si osserva prevalentemente nei giovani adulti), che gli ha cambiato radicalmente la vita. Dopo tre anni di lotte, ansie, paure ha, come detto, scritto un lungo post sui social in cui ha spiegato le ragioni del suo addio alla carriera di centrocampista.
Il giocatore su Instagram:
"Sono passati 3 anni da quel giorno, una notizia arrivata a ciel sereno che ha cambiato la mia vita e quella di chi mi sta attorno.
Neurocitoma al ventricolo sinistro.
Attimi di pensieri, di domande , di rabbia. Non ho mai versato una lacrima, ho sempre cercato di farmi vedere forte agli occhi degli altri, dal giorno della notizia fino alla notte prima dell intervento, in camera con mia mamma, la donna più forte che abbia mai conosciuto, quando sono scoppiato a piangere come un bambino, con la paura di non risvegliarmi più o comunque di svegliarmi e non essere più lo stesso di prima. Sono stati giorni, settimane, mesi, anni di sofferenza. Ho dovuto rimparare a parlare bene, camminare, a correre, scrivere, leggere, contare, era come se fossi tornato un bambino e ho dovuto ricominciare tutto da capo, dal giorno 0.
Ci sono stati giorni che facevo fatica anche ad alzarmi dal letto nonostante mi sentissi già meglio. Oggi metto un punto alla mia carriera da giocatore, ci ho provato fino alla fine a tornare , ci ho messo lacrime e sudore, ma non ero più come prima, mi sono reso conto che comunque avevo la fortuna di essere guarito e di stare bene.Ho avuto la fortuna di giocare con giocatori straordinari, fuoriclasse, dentro al campo ma soprattutto fuori dal campo, e questo non me lo toglierà mai nessuno. Sono grato a tutto quello che ho fatto e conquistato dentro a quel rettangolo verde, insieme ai miei compagni, diventati poi miei amici. Sono stati anni magnifici, il campo, lo spogliatoio, la passione , sono cose difficili anche da spiegare se non le provi in prima persona. Ringrazio in primis la mia famiglia per essermi stata accanto sempre. Tommaso, il mio bimbo unico e speciale che mi ha dato la forza per andare avanti, e infine i miei amici. Ringrazio la società Juventus, Atalanta e Tondela per essere state accanto. Impari a dare importanza alle cose quando sei a un passo dal portele perdere. La vita è un dono meraviglioso".
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