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Simone Cuomo, il pugile di Santa Rita che mira a entrare in Nazionale

Il 30enne era già molto attratto dal mondo del pugilato prima di iniziare a praticarlo, poi il colpo di fulmine e l'inizio di questa passione.

Simone Cuomo, il pugile di Santa Rita che mira a entrare in Nazionale
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Nel quartiere Santa Rita di Torino vive un 30enne agile e dallo sguardo attento, si chiama Simone Cuomo e da diversi anni ha trasformato la sua passione per pugilato nel suo scopo di vita, con importanti ambizioni per il futuro e la speranza di poter sfondare in questo mondo di glorie e dolori.

Pugile di Santa Rita mira alla Nazionale

Noi di Prima Torino, lo abbiamo intervistato:

Tu fai questo sport nel tuo tempo libero oppure come lavoro?

"E' difficile dirlo. Anche chi fa pugilato a titolo europeo non riesce a vivere di pugilato. E' uno sport 'povero' ma ti occupa come se fossi un professionista: ti alleni tutti i giorni, almeno una volta, soprattutto quando sei sotto torneo. A livello economico, come ripeto, c'è ben poco e quindi non è ciò che ti spinge a praticarlo".

Lo fai quindi perché ti piace...

"Si esatto, lo faccio in quanto grande appassionato."

Simone Cuomo

Quanti anni avevi quando hai iniziato? E cosa ti ha fatto scattare la scintilla per questo sport?

"Ho iniziato relativamente tardi. Facevo la quinta superiore. Ero attratto molto dal mondo del pugilato, anche prima di iniziare a praticarlo. La cosa più intrigante è la competizione che ti spinge a fare questo genere di sport molto difficile. C'è una parte di preparazione in cui tu spingi al massimo per un obiettivo, che è quello di vincere quell'incontro. E' una sfida prima con te stesso e poi con gli altri".

Ma non hai paura di farti male?

"Sinceramente no, anche se alle volte me lo chiedo. All'inizio ci può essere la paura, dopo un po' la tensione sale e allora inizi a pensare 'perché sei nervoso?' La paura pre-match è quella di perdere ma pian piano la controlli e non pensi più alle botte che puoi ricevere".

Simone Cuomo
Simone Cuomo durante un allenamento.

Insomma, è un rischio calcolato...

"Certo che si, ma se ti piace...e un po' come per i calciatori quando si fanno male al crociato".

Chi ti sta attorno cosa ti dice di questo sport?

"Molti, compresa le mie ex ragazze, fanno fatica a concepirlo ma poi sono felici quando sanno che vinco. La cosa più difficile è quando sei in preparazione. Tipo adesso lo sono e la tua vita, la tua giornata gira intorno a quello. Spesso sei costretto a non mangiare dato che hai una categoria di peso da rispettare e se uno sfora poi è più difficile praticare questo tipo di sport. Non cibarsi significa anche perdere un po' le forze ma in questo settore sportivo è necessario per poterne trarre vantaggio durante gli allenamenti e le competizioni. E' importante farsi seguire da un dietolo, quando si fanno questi sport che richiedono un certo tipo di alimentazione".

Simone Cuomo
Simone Cuomo

Sei più fragile cosi, no?

"Si. Mangi poco e consumi tanto. Questo sport possiamo dire che per certi aspetti non è molto salutare dal punto di vista dell'alimentazione. La sfida è trovare un compromesso tra non mangiare e mangiare il giusto".

C'è un limite di età per iniziare e terminare?

"C'è forse per smettere, non per iniziare. Ci sono match, ad esempio, per i professionisti sopra i 40 anni".

Quali sono le ambizioni?

"Io sto valutando il passaggio professionistico ma in questo momento c'è la possibilità di fare il passaggio in nazionale e quindi sto temporeggiando".

Allora in bocca al lupo per le sfide future

"Grazie, viva il lupo".

Ottavio Currà

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