Ilie Nastase, il "bad boy" del tennis anni Settanta su Sinner: "Sicuramente è un talento, chissà quanto dura"
Siamo sicuri che non lo vedremo mai con il dito medio alzato o con un sorriso troppo beffardo... e in fin dei conti ci piace proprio così, in bocca al lupo a Jannik che ha conquistato la semifinale
A Torino, mentre le Atp Finals si avviano verso le fasi finali, è sempre più Sinner-Mania: ieri sera, giovedì 14 novembre 2024, il campione altoatesino si è fatto beffe del russo Daniil Medvedev (battuto in due set secchi 6-3, 6-4) approdando alla semifinale che si giocherà domani.
Ilie Nastase a Torino
Quando giocava lui, non solo Sinner non esisteva ancora, ma persino i suoi genitori erano ancora dei bebé. Lui invece, il campione rumeno Ilie Nastase (che ha dato anche il nome a una serie di scarpe Adidas divenuta immortale) si godeva gli anni Settanta in pieno e da campione delle Atp.
Nella prima classifica mondiale su base computerizzata rilasciata nel 1973, c'era lui. Per chi in quegli anni era un po' più di un bambino, il suo nome è associato ad un certo stile di vita da rock star, tra viaggi intorno al mondo, vittorie, ma anche scenate clamorose e mosse goliardiche in campo.
A Wimbledon il giocatore rumeno regalò una delle scene più divertenti della sua carriera, quando, nel quarto round dell’edizione 1974, era opposto a Dick Stockton. Il match fu più volte interrotto a causa della pioggia insistente, e in un momento cruciale della quarta frazione ricominciò a piovigginare. All’improvviso, dunque, Ilie prese "in prestito" l’ombrello di uno spettatore, e giocò due punti tenendo sempre l'ombrello in mano.
Possiamo tranquillamente dire che l'aplomb di Sinner lo colloca un po' ai suoi antipodi, non manca però per lui l'ammirazione. Così come sono belle le parole dell'ex giocatore per l'organizzazione torinese delle Olimpiadi definita "perfetta".
D'altra parte Nastase è a Torino per due motivi collegati tra loro: godersi le Atp e presentare al Cinema Nazionale un documentario sulla sua vita.
Le parole su Jannik
E su Jannik, di cui ammira gioco e talento, commenta:
Per il momento è il numero uno, non lo so quanto dura questo. Un anno due cinque non lo so ogni volta che un periodo viene un campione fuori dopo viene un altro.
Meno personaggio, più timido, di sicuro un altro stile, difficile vederlo con il dito medio alzato, eppure l'anno scorso perdendo in finale, avrebbe anche potuto lasciarsi andare a qualche segnale di stanchezza o irritabilità, non è il suo stile.
E anche in questa edizione Jannik alla fine ha fatto il suo dovere sorridendo e restando gentile sempre, "grazie Torino" ha scritto sulla telecamera dopo aver vinto contro Medvedev con il punteggio di 6-3, 6-4. Questo è il suo stile. Un'ora e tredici minuti di gioco, la terza vittoria in tre partite alle Atp Finals 2024.
L'azzurro, che era già aritmeticamente qualificato, ha conquistato così il posto in semifinale da primo del girone Nastase. E si è anche sentito di giustificare il suo sorriso:
"Il mio sorriso? Ci sta, è stata una bella partita. L'atmosfera è sempre bellissima, vuol dire veramente tanto – ha aggiunto – E' stata una partita difficile, ci conosciamo abbastanza bene. Ho cercato di giocare in maniera giusta tatticamente, ci sono riuscito. Sono contento, il primo obiettivo era arrivare in semifinale".
In fin dei conti, lui ci piace proprio così e possiamo anche perdonargli quella risatina di fronte al presidente Mattarella che proprio non sembrava neanche da lui.
Ma la domanda sorge spontanea chissà se prima o poi lo vedremo un po' più scomposto in campo. Magari domani?