Caso Suarez, spunta agli atti una telefonata con il presidente Agnelli
La chiamata sarebbe avvenuta ad affare ormai sfumato. Intanto il CodaCons ha chiesto la retrocessione del club bianconero in Serie B.
Lievita il caso Suarez: il calciatore uruguaiano tira in ballo una telefonata con il presidente della Juve Andrea Agnelli nella spinosa vicenda dell'esame-farsa per ottenere la cittadinanza.
Le indiscrezioni e le certezze assodate
Le indiscrezioni trapelano dalle carte dell'indagine e sono state divulgate nei giorni scorsi dal quotidiano Repubblica: Luis Suarez ha ricevuto il testo dell'esame prima di sostenerlo (questa è ormai una certezza assodata) e dopo essersi accordato con la dirigenza bianconera per il suo trasferimento dal Barcellona. Il centravanti sudamericano piaceva alla Juve, ma non poteva essere tesserato perché non aveva passaporto comunitario e la squadra di Pirlo era già al completo per gli stranieri extra-Ue. Ecco allora il lecito escamotage: fare l'esame di italiano all'Università di Perugia così da risultare inseribile nelle liste ufficiali e poter giocare al fianco di Cr7. Ma Suarez non poteva fare l'esame preparandolo come tutti gli altri candidati, no. Bisognava agevolarlo perché, si sa, quando si tratta di contratti milionari e stipendi a sei zeri non si può dipendere da una domanda difficile o da una risposta sbagliata. Così, senza alcuna pressione secondo la versione della Juve, la Commissione d'esame avrebbe passato le domande a Suarez prima di sottoporlo ad esame.
Il ruolo della ministra De Micheli (Pd)
In questo frattempo si inserisce anche il coinvolgimento della ministra Paola De Micheli (Pd) che fa un favore al suo amico Fabio Paratici e lo indirizza alle persone giuste per... "sveltire la pratica". Nel corso dell'interrogatorio con i Pm lo stesso calciatore ha ammesso di aver ricevuto in anticipo il testo dell'esame dalla professoressa Stefania Spina: "Ha detto che dovevo studiarlo bene" la testimonianza del centravanti. Ma come c'entra Agnelli nella vicenda? Al momento sembra poco o niente: la Juve in effetti era interessata e c'è stata una telefonata personale tra i due, ma quando ormai l'affaire era sfumato. La chiamata avviene con Suarez in aeroporto due o tre giorni dopo l'esame. Fino al 14 settembre il giocatore voleva venire a Torino "per vincere la Champions" salvo poi, sempre stando alle carte pubblicate, avvisare addirittura la prof. Spina che non sarebbe più andato alla Juve. Al momento dell'esame, dunque, il trasferimento di Suarez era già sfumato (non si sa perché). E perché il candidato avrebbe dovuto avvisare la professoressa che non sarebbe più andato alla Juve?
Sono tante le domande senza risposta
Domande senza risposta ce ne sono nella vicenda, aspettando che la verità processuale venga messa nero su bianco con una sentenza. Di sicuro, se non Agnelli di persona, altri soggetti ci fanno una pessima figura in tutta questa storia di magheggi e furbate sottobanco. Prima fra tutte l'Università di Perugia e la Commissione d'esame (già sospesi rettore e docenti ma si attendono provvedimenti anche legali nei loro confronti); poi la ministra De Micheli che avvia un canale preferenziale per favorire il suo amico Paratici nella pratica; infine di sicuro anche il tanto sbandierato "stile Juve" non ne esce tirato a lucido, quantomeno per il coinvolgimento dei suoi due dirigenti principali. Sulla questione dell'esame farsa al calciatore Suarez ha aperto un'inchiesta anche la Federcalcio. Intanto il CodaCons (associazione di consumatori molto attiva in Italia) ha chiesto che, qualora si dimostrassero responsabilità della Juve, la società bianconera venga retrocessa in Serie B.