cosa succede a torino

Sempre meno bimbi, ma così mancano gli alunni e in Piemonte si accorpano le scuole

Nel prossimo anno scolastico il Piemonte avrebbe dovuto unificare 19 scuole ad altri istituti già esistenti. In realtà i dimensionamenti saranno 7 per venire incontro alla richiesta dei territori

Sempre meno bimbi, ma così mancano gli alunni e in Piemonte si accorpano le scuole
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Il calo delle nascite e lo spopolamento delle aree di montagna iniziano ad avere delle conseguenze dirette sulla scuola con il cosiddetto dimensionamento scolastico.

Di cosa si tratta

La Regione Piemonte, sulla base di una programmazione preparata dal ministero, ha iniziato ad accorpare gli istituti scolastici per gestire la riduzione di popolazione e presidi, ma anche i flussi migratori. Nello specifico significa che il dirigente scolastico e il direttore amministrativo dell'istituto vengono messi in condivisione.
Nel prossimo anno scolastico il Piemonte avrebbe dovuto unificare 19 scuole ad altri istituti già esistenti. In realtà i dimensionamenti saranno 7 per venire incontro alla richiesta dei territori. Altri dieci sono previsti per l'anno successivo, mentre nel 2026/27 dovrebbero essere 12. Nel prossimo triennio, dunque, in Piemonte in totale 29 istituti saranno accorpati ad altri.

Cosa succede nel torinese

Da settembre succederà a Torino dove la nuova unione prevede infatti l'accorpamento dell'istituto comprensivo Pacchiotti-Revel con il Matteotti-Rignon.

A Settimo Torinese si accorpano gli istituti superiori 8 Marzo e Galileo Ferraris. Ad Alessandria, dove si uniranno gli istituti comprensivi Quinto Circolo e Paolo Straneo. Soluzione simile ad Asti, dove dalla soppressione delle elementari Primo e Quinto Circolo e della media Brofferio nasceranno altri due istituti comprensivi. Infine, tre accorpamenti nel Vercellese, dove saranno riorganizzati gli istituti comprensivi di Arborio, Asigliano e Tronzano Vercellese.

Le conseguenze secondo i sindacati

Secondo i sindacati, non solo si perderanno presidi, ma si darà vita a maxi istituti anche da 1.500 alunni con direzioni scolastiche sempre meno presenti. Altro rischio è quello di ridurre il personale Ata: amministrativi e tecnici e gli ex bidelli.

Restano garantite le scuole di montagna o di aree marginali, autorizzate a restare aperte nonostante le basse iscrizioni in quanto presìdi importanti contro lo spopolamento del territorio, oppure perché unica alternativa raggiungibile per gli studenti della zona.

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