Gli asili nido in sciopero per le condizioni di lavoro ai tempi del Covid
In una lettera delle educatrici e degli educatori viene spiegata dettagliatamente la grave situazione in cui si trova il personale.
Domani, 23 ottobre 2020, in occasione dello sciopero generale nazionale indetto dalla CUB, in Piazza Palazzo di Città si ritroveranno, in particolare, le lavoratrici e i lavoratori della formazione, dalla scuola dell'infanzia all'università.
Cosa succede negli asili nidi?
L'adesione delle scuole e nei nidi comunali si prevede particolarmente forte, negli asili nido in particolare, accanto al tradizionale e grave problema del lavoro precario e di quello in appalto, si sta infatti verificando un aumento dei carichi di lavoro e un disagio sempre maggiore derivante dalle misure necessarie dalla situazione sanitaria.
La lettera delle educatrici e degli educatori
In una lettera delle educatrici e degli educatori viene spiegata dettagliatamente la grave situazione in cui si trova il personale
Molte sezioni da quattro educatori vengono lasciate da tre e i posti vacanti, presenti da tempo, non vengono coperti né con assunzioni a tempo indeterminato, come sarebbe auspicabile e doveroso, né con assunzioni a tempo determinato. La motivazione che viene data è l'assenza di supplenti disposti ad accettare l’incarico, quando invece tale carenza è dovuta all'impossibilità di essere ancora utilizzati dal Comune di Torino una volta maturati i 36 mesi di servizio.
Le normative anti Covid prevedono la presenza di bolle, ovvero piccoli gruppi di bambini ed educatori che non entrano mai in contatto con altri gruppi. Questa soluzione, sperimentata con successo durante la scuola estiva, è stata giudicata non necessaria. Di fatto, dunque, la numerosità delle sezioni è rimasta quella del pre-Covid, cioè circa 20 bambini.
Il rapporto numerico educatore/bambino, studiato per garantire la sicurezza di bambini e lavoratori, è un tema da sempre complesso. Secondo il regolamento del comune di Torino, è importante avere la presenza di almeno un educatore ogni 5 piccolissimi (sotto l’anno), 6 piccoli (1-2 anni) e 8 grandi (fino ai 3 anni). Lo stesso Comune di Torino, nei momenti di difficoltà, ritiene che sia più idoneo appellarsi a una legge regionale di quarantasette anni fa che ritiene opportuna “la presenza di almeno una puericultrice ogni 10 bambini”.
Questo rapporto numerico estremo, d'altronde, in molti servizi non viene comunque garantito al pomeriggio (in cui sono presenti due educatrici, spesso con più di 20 bambini).
Cosa succede quando c'è un'assenza
La situazione diventa ancor più grave quando c'è un'assenza perché in questo caso è previsto lo spostamento di un educatore da una bolla a un'altra e dato che le assenze sono all'ordine del giorno, l'emergenza diventa normalità, rendendo di fatto inutili gli accorgimenti adottati.
Invece di assumere... hanno aumentato l'orario di lavoro
Per il sindacato sarebbe fondamentale sopperire alle gravi carenze e aumentare la compresenza, invece il Comune ha deciso di allungare l'orario del personale già presente, introducendo una pausa pranzo, in assenza però di un luogo idoneo e sicuro in cui usufruirne. Proprio la pausa inoltre obbliga un'educatrice a lasciare il collega di turno con moltissimi bambini, compromettendone la loro sicurezza.
Le richieste in breve
Nella lettera i lavoratori riassumono i punti strategici della loro protesta
- Maggiore sicurezza e tutele per i lavoratori, per i bambini e le loro famiglie
- Il ripristino del normale orario di lavoro (6 ore al giorno senza pausa), che ha sempre garantito la copertura del servizio e l'espletamento delle altre attività legata alla qualità
- La copertura dei posti vacanti con assunzioni a tempo indeterminato e il potenziamento dell’organico per sopperire alle difficoltà dovute a questo anno difficile
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