Pronti alla disobbedienza

Balli in piazza, bar e locali, feste illegali: "Si balla ovunque tranne che nelle discoteche chiuse da 17 mesi"

Con l'hashtag #Liberidiballare sui social network si è aperta la protesta ufficiale del settore.

Balli in piazza, bar e locali, feste illegali: "Si balla ovunque tranne che nelle discoteche chiuse da 17 mesi"
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Protestano in tutta Italia i gestori di discoteche che ancora non sanno quando potranno riaprire. Gli imprenditori della notte si dicono pronti alla disobbedienza, se il Governo non garantirà una data certa per la ripartenza.

Anche perché in tutta Italia la situazione è ormai fuori controllo: feste clandestine, balli in piazza (in copertina la famosa festa nel centro di Lucca diventata iconica), bar e ristoranti trasformati in discoteche a cielo aperto.

Silb: "Si balla ovunque tranne che nelle discoteche chiuse da 17 mesi"

Immagini recenti da tutta Italia sono state raccolte dalla Silb, l'associazione che rappresenta i locali da ballo. Sono state catturate sui social network e diffuse ai media per lanciare la protesta: il succo è che si balla ovunque meno che nelle discoteche chiuse da 17 mesi.

Eppure, dicono i gestori, c'è già un protocollo di sicurezza varato dal comitato tecnico-scientifico. Ma la parte politica ha detto di no.

"Stiamo cercando di capire il perché, quando in tutta Italia, in tutte le piazze, in tutti gli altri posti non non autorizzati, si sta ballando. L'ultima cosa che faremo sarà la disobbedienza", dicono i gestori.

Green pass, capienza ridotta, balli solo all’aperto: le regole fissate dal CTS per alcune realtà non saranno comunque sostenibili.

Già ad oggi un 30% dei locali non riaprirà più, perso anche gran parte del personale e ci vuole tempo per la riprogrammazione delle riaperture: un orizzonte sempre più in salita, insomma.

#liberidiballare, discoteche pronte alla disobbedienza civile

Con l'hashtag #Liberidiballare sui social network si è aperta la protesta ufficiale del settore delle discoteche e delle sale da ballo, pronte alla disobbedienza civile. Un'iniziativa che ha coinvolto imprenditori e gestori di discoteche da Nord a Sud, uniti con l'unico obiettivo di poter tornare a riaprire le loro attività dopo 17 mesi di chiusura forzata causa pandemia da Covid-19.

Nonostante la stesura di un protocollo di sicurezza da parte delle associazioni e sindacati di categoria, atto a garantire misure di contenimento dei contagi e approvato dal Comitato tecnico scientifico, il Governo non si è ancora espresso sulla possibilità di una ripartenza, convinto che tale decisione possa incidere negativamente sull'andamento della curva epidemiologica.

Uno stallo decisionale che sta generando una situazione fuori controllo: impossibilitati di poter accedere alle discoteche, i giovani di tutta Italia stanno approfittando di feste clandestine organizzate nelle piazze, nei bar, nei ristoranti e nelle spiagge, per poter sfogare la loro voglia di ballare e divertirsi.

L'INIZIATIVA:

 

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Le discoteche di tutta Italia sono pronte alla disobbedienza civile. Sui social network sta diventando gradualmente virale l'hashtag #Liberidiballare, tag attraverso cui decine di discoteche e sale da ballo della Penisola hanno scelto di unirsi per manifestare apertamente il loro malcontento per l'impossibilità di poter riaprire le porte delle loro attività lavorative dopo ben 17 mesi di chiusura forzata causa pandemia da Covid-19.

Dal Fabrique di Milano, al Praja di Gallipoli, dal Nameless di Lecco alle Vele di Alassio. Imprenditori e gestori del settore hanno deciso di mettersi in prima linea per spingere le Istituzioni governative ad accettare il protocollo di sicurezza atto a garantire una corretta riapertura delle discoteche:

"Da 17 mesi in Italia il ballo nei locali legali è vietato. In tutta Europa o si è già aperto con regole precise o si è già deciso quando farlo. L'illegalità diffusa è sotto gli occhi di tutti e la situazione nelle nostre città non è più gestibile. Il CTS ha già approvato i protocolli per ripartire in sicurezza, ma il Governo non ha ancora dato risposte. Perché lasciare ballare nel pericolo illegale e nel disagio? Perché non ripartire subito in sicurezza?".

Il Governo ancora non si espone

Nonostante il protocollo di sicurezza redatto da associazioni di categoria e sindacati delle discoteche sia stato approvato dal Comitato tecnico scientifico, ancora non si hanno prese di posizione da parte del Governo.

L'ultima discussione su tale tematica è avvenuta a margine dell'ultimo Consiglio dei Ministri, ma ciò che ne è emerso non ha portato a notizie confortanti, soprattutto per gli addetti ai lavori: il Governo Draghi starebbe ragionando su un piano di ristori economici per le mancate entrate subite dall'intero settore fino ad ora. Come ribadito dai sindacati, tuttavia, già ad oggi un 30% dei locali non riaprirà più per mancanza di liquidità, perdita di gran parte del personale e soprattutto tempo per la riprogrammazione delle riaperture.

I dubbi del Governo

In particolare, i dubbi dell'esecutivo riguarderebbero alcuni punti del protocollo di sicurezza per le discoteche (che prevede in ogni caso di ammettere nei locali solo le persone munite di Green Pass):

  1. il numero massimo degli avventori ammessi contemporaneamente nel locale, fattore per cui l’attuale normativa già particolarmente restrittiva, prevede un affollamento massimo che va da 0,7 a 1,2 persone al metro quadro
  2. l’utilizzo della mascherina all’interno delle discoteche e delle sale da ballo. Su quest’ultimo aspetto il dibattito è infuocato, in quanto, se il protocollo propone l’uso delle mascherine solamente negli ambienti al chiuso laddove non è possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro, di contro afferma che le attività di ballo effettuate in una discoteca o sala da ballo sono considerabili alla stregua di attività fisico sportive che causano un maggior fabbisogno di ossigenazione nel sangue, per cui obbligare l’uso della mascherina durante tali attività potrebbe nuocere alla salute delle persone.

Nel frattempo dilagano feste clandestine

Riaprire sì, riaprire no? Mentre il Governo si arrabatta per trovare il bandolo della matassa, in tutta Italia si sta gradualmente perdendo il controllo della situazione: da Nord a Sud la Penisola è sempre più teatro di feste clandestine organizzate nelle piazze, nei bar, nei ristoranti e nelle spiagge. Luoghi dove non è prevista alcun tipo di sicurezza e che per tal ragione potrebbero avere ricadute pesanti sulla curva dei contagi, considerando anche il momento delicato causato dalla variante Delta.

FESTA IN SPIAGGIA A FORTE DEI MARMI:

 

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