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Cosa vedere a Chieri

Cosa vedere a Chieri
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L’Italia è un territorio che ha pochi eguali quando si parla di bellezze naturali, paesaggistiche ma anche di proposte culturali, archeologiche, artistiche e così via. Insomma un Paese che a livello mondiale non ha nulla da invidiare ad altri posti maggiormente attenzionati per fascino ed attrattiva personale. Nello specifico in questo caso andiamo ad esaminare da vicino la cittadina di Chieri, nel torinese. Una località della regione Piemonte che ha davvero tanto da mostrare, e in cui c’è molto da visitare e vedere, incentivato anche da alcune iniziative, come l’illuminazione dei monumenti nel periodo natalizio. Pertanto cerchiamo di capire quali sono i siti e le tappe imperdibili di questo posto: da Casa Martini al ghetto ebraico o al duomo di Chieri, passando per la palazzina di Stupinigi e le chiese ed i conventi locali. Una rassegna delle principali sedi storiche, religiose, nobiliari, museali e culturali di questo luogo ai più nascosto ma che vale la pena visitare.

Casa Martini a Chieri

Diamo inizio a questo giro virtuale per la città di Chieri, in Piemonte, partendo da Casa Martini, una location appartenente alla movida attuale ma che affonda le proprie radici nel passato. Infatti stiamo parlando di una sede che ha alle spalle ben 150 anni di tradizione ed attività di vinificazione. Una produzione che deve il proprio successo e la fama odierna alle due figure di Alessandro Martini e Luigi Rossi. In questo luogo suggestivo transitano molti turisti e cittadini locali, o provenienti da fuori regione, per conoscere da vicino l’arte della miscelazione di gusti enogastronomici diversi: certo, a vederla sembrerebbe che non avessero bisogno di alcuni consigli per gestire al meglio una piccola cucina. Il motivo? Dal Negroni all’Americano, passando per il Vermouth, si ha la possibilità in loco di diventare baristi per un giorno esplorando oltre 600 pezzi di enologia. Una vera e propria formazione a tema che può risultare utili a quanti vogliono approfondire il discorso sul piano professionale o semplicemente per hobby. Dunque una tappa imperdibile in quel di Chieri per unire utile e dilettevole.

Il Ghetto Ebraico e il Duomo

Passiamo in questo itinerario di Chieri dalla movida alla storia, chiamando in causa due elementi di grande valore della cittadina in questione: si tratta del Ghetto Ebraico e del Duomo di Chieri. Due strutture differenti tra loro, una di matrice fortemente storica, l’altro religioso culturale, che però in modo differente parlano e comunicano al visitatore, turista o cittadino del luogo quella che è la tradizione locale. Cenni dei tempi bellici, e degli albori di Chieri, quando non esisteva ancora ciò che invece attualmente è presente in questo posto di stampo piemontese. Il ghetto rimanda infatti ai tempi della Grande Guerra, e restituisce un’immagine nitida delle sofferenze e repressioni attuate all’epoca. Tuttavia bisogna specificare che la sua nascita risale al 1723-24, e di conseguenza contrariamente a quello che si può pensare è precedente alle due guerre mondiali. Il duomo, invece, offre una visione più positiva ed accogliente di un punto di riferimento e simbolo cittadino.

Il Museo del Tessile

Spostiamoci dal ghetto ebraico e dal duomo di Chieri al Museo del Tessile, altra tappa obbligatoria se ci si ritrova in questa città. Infatti proprio come detto in occasione dei due elementi strutturali precedenti, anche questo museo racconta molto della storia di Chieri. In particolare tira in ballo quella che è la produzione principale svoltasi in loco: quella legata alla lavorazione dei tessuti e di conseguenza al commercio tessile. Un anello fondamentale nella catena commerciale locale che ha permesso lo sviluppo di Chieri e la sua evoluzione nel corso degli anni recenti. All’interno della struttura si possono osservare tessuti pregiati antichi, trame originali e dal grande impatto visivo e cromatico, e quadri che immortalano la storia delle origini di questo luogo.

Le chiese di Chieri e il convento San Domenico

Altro giro altri step dell’itinerario di Chieri da visitare: questa volta citiamo le chiese, di S. Giorgio Martire e S. Filippo Neri, ed il convento di S. Domenico. Tre punti religiosi che incarnano alla perfezione la sacralità e cristianità del posto, fortemente radicata nel tessuto sociale piemontese. Per ciò che concerne le due chiese menzionate esse hanno uno stile a metà tra barocco e neoclassico, e per tanto questa commistione di genere dona agli occhi del visitatore l’impressione di trovarsi difronte ad elementi religiosi unici. Inoltre la perfetta conservazione edilizia delle due strutture comporta un impatto visivo ottimale. Passando poi al convento di San Domenico anche qui si trova uno stile barocco molto forte, che traspare sia dagli esterni che dagli interni. Colori vividi e decori articolati nella loro composizione, adornano le facciate ed i dipinti che affrescano le diverse pareti nonché il soffitto del convento. Esternamente poi le mura e la torre appaiono come simboli chiari del passato di Chieri.

Palazzina di caccia di Stupinigi

In ultimo, ma anch’essa molto importante nel giro di visite a Chieri è la Palazzina di caccia di Stupinigi. Residenza sabauda realizzata ad opera di Filippo Juvarra, questa struttura è stata insignita del titolo di patrimonio UNESCO. Un monumento unico per maestosità delle sale che la costituiscono, e decoro degli interni locali. Una statua raffigurante un cervo, inoltre, è posizionata sul tetto della palazzina quale simbolo dell’antica casata. Una pianta a quattro braccia a croce di S. Andrea che sviluppa l’intera residenza. Quest’ultima è collocata a pochi passi da Torino e contornata da un immenso parco che circonda tutto intorno questa residenza reale di caccia. In aggiunta a questa caratteristica, essa è anche museo di conservazione di antichi pezzi di storia, provenienti da altre residenze. Un elemento cittadino piemontese che narra quella regalità e vita nobiliare più conservativa e meno votata agli sfarzi e all’ostentazione. Quindi la palazzina di caccia di Stupinigi incarna un simbolo di storia di Chieri ma anche del Piemonte più in generale. Una tappa da non perdere se si ama il passato e le radici del nostro bel Paese, e quelle che sono state le casate nobiliari di un tempo. Tante e diverse tra loro, ciascuna contraddistinta da elementi propri, talvolta eccessivi, altri meno.

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