Terremoto in Regione Piemonte: approvata la legge sul gioco d'azzardo
Fratelli d'Italia si astiene, il leghista Stecco pure, furibonde le opposizioni i cui emendamenti sono stati dribblati con al tecnica del "canguro".
Mezzo terremoto in Regione Piemonte per la legge sul gioco d'azzardo, approvata nei giorni scorsi dopo mille polemiche. La maggioranza di centrodestra si è rivelata tutt'altro che unita.
Centrodestra diviso
Tant'è che Fratelli d'Italia ha preferito astenersi, piuttosto che approvare, e un esponente di spicco della Lega come Alessandro Stecco ha fatto lo stesso. Per evitare il pantano degli emendamenti, i leghisti hanno messo in pratica la tecnica del cosiddetto "canguro". Ossia: un trucchetto (consentito) legal-burocratico per accorpare tutte le proposte simili o quasi uguali in modo da smaltirne più possibile prima possibile. E' una specie di contro-mossa per evitare di essere rallentati in fase di approvazione. Così, una volta bocciato il primo emendamento, gli altri decadono a cascata e si procede spediti. Dribblato quindi l'ostruzionismo delle opposizioni, la Giunta Cirio ha potuto proseguire nel suo intento: tutelare la sale da gioco che rispettano le regole e cambiare la legge sul gioco d'azzardo in Piemonte. Il tutto, va detto, dopo numerose audizioni di esperti e associazioni del settore. Sarà il caso di ricordare che la legalizzazione di scommesse e sale gioco ha permesso di sconfiggere il mercato clandestino e il riciclaggio di denaro in questo redditizio àmbito. Per di più, nel settore del gioco legale (ossia aziende serie che rispettano la legge in materia) lavorano circa 1.700 persone con contratti regolari.
Che cosa cambierà
Sia come sia, cosa cambia rispetto a prima? Adesso le tabaccherie che avevano gli apparecchi prima del 2016 e hanno dovuto toglierli (per la retroattività della legge) potranno rimetterli. Così le sale gioco. Tolto inoltre il potere ai sindaci di imporre orari di spegnimento degli apparecchi più stringenti di quelli regionali, che ora fissano la chiusura dalle 23 alle 9. Le slot dovranno avere un lettore di tessera sanitaria (come accade per i distributori di sigarette) in modo da essere accessibili solo ai maggiorenni. Inoltre viene stanziato un milione per il contrasto al gioco d'azzardo patologico. Questo ultimo risvolto, se ci si pensa bene, fa un po' sorridere: si vara una legge più liberale verso il gioco d'azzardo e in contemporanea si spendono soldi pubblici per prevenire la ludopatia e curare chi esagera col gioco d'azzardo... Un assurdo tutto italiano (un po' come le scritte sui pacchetti di sigarette).
Dura la Appendino
Sia come sia, contraddizioni in termini a parte, ecco il commento della sindaca Chiara Appendino sulla delicata questione:
"Questa politica è sorda alla salute dei cittadini e delle famiglie. Le modifiche proposte dalla Lega in Regione mettono in discussione conquiste della lotta all'azzardopatia, fino ad arrivare potenzialmente al ritorno delle macchinette nei bar e all'estensione del gioco d'azzardo sul territorio. In questi mesi abbiamo visto che la legge funziona. Sono calate, tra le altre cose, le giocate e le perdite di denaro. Noi diciamo ancora una volta che non si gioca con la vita delle persone. Lo diciamo dal primo giorno del nostro mandato. Con i fatti. Ricordo molto bene quando firmai una delle prime ordinanze, che limitava proprio gli orari di sale slot e video-lottery. E vorremmo che la stessa cosa la dicessero tutti i candidati di Torino. Questa città non può e non deve fare passi indietro sulla lotta al gioco d'azzardo patologico".
(nella foto di copertina, la protesta in Consiglio regionale durante l'approvazione della legge)