Consiglio regionale del Piemonte: è iniziata la discussione in aula consiliare sulla proposta di deliberazione della Giunta regionale per l’accorpamento del Presidio Sant’Anna all’Azienda ospedaliera Infantile Regina Margherita (O.I.R.M.), con conseguente ridenominazione in “A.O. O.I.R.M. – Sant’Anna”.
In apertura di dibattito l’Assessore alla Sanità Federico Riboldi ha sottolineato che: “la nascita della nuova azienda ospedaliera, frutto dell’accorpamento tra Sant’Anna e Regina Margherita, rappresenta una svolta strategica per la sanità piemontese. Puntiamo su specialità verticali e gestione ottimizzata, facendo emergere le eccellenze cliniche e rendendo il sistema più efficiente e gestibile. La candidatura a IRCCS e la medicina di genere, in sinergia con CTO e Molinette, rafforzeranno percorsi innovativi per la salute della donna. L’inclusione di Sant’Anna nel futuro Parco della Salute e la progettazione di un ospedale pediatrico integrato garantiranno prestazioni migliori e percorsi mamma-bambino all’avanguardia. Questa riorganizzazione porterà vantaggi concreti: bilanci più efficaci, trasparenza contabile, controllo dei costi e rafforzamento delle specialità ginecologiche. Migliorerà la qualità delle cure e offrirà nuove opportunità di crescita al personale, che potrà lavorare in un contesto altamente specializzato. Unendo queste due realtà, trasformiamo una struttura elefantiaca in un modello più snello e di qualità, capace di rispondere alle sfide della sanità moderna.”
Durante la discussione generale i consiglieri di maggioranza: Paola Antonetto (FdI), Davide Buzzi Langhi (FI) e Luigi Icardi (Lega) hanno evidenziato che “la creazione di nuova azienda nasce dall’esigenza di snellire la Città della Salute diventata troppa grande e non governabile. Per questo è necessario riorganizzare il sistema torinese per garantire la sicurezza del paziente. La complessità penalizza, è indispensabile quindi una struttura più snella con meno burocrazia. Questa nuova organizzazione consentirà di ottimizzare l’impiego delle risorse, uniformare gli standard di qualità e potenziare l’integrazione tra le diverse unità operative, mantenendo al contempo un elevato livello di appropriatezza clinica, organizzativa e di prossimità assistenziale”.
I consiglieri del Partito Democratico: Mauro Salizzoni, Daniela Valle, Nadia Continelli,Mauro Calderoni e Laura Pompeo hanno criticato aspramente la delibera perché “modifica l’architettura della sanità piemontese senza portare benefici per la cittadinanza. Questo scorporo tra Città della Salute e Sant’Anna e il relativo accorpamento di quest’ ultimo con l’ospedale infantile è un grave errore. Si chiede di approvare la nascita di un nuovo ente sanitario senza sapere quali passività erediterà e, soprattutto, quanto costerà “.
Per Alleanza verdi e Sinistra la consigliera Valentina Cera ha evidenziato : ”separare Ostetricia-Ginecologia dalle specialità medico-chirurgiche dell’adulto significa indebolire la medicina di genere, frammentare i percorsi di cura e creare rischi per la sicurezza clinica. Anche dal punto di vista finanziario non c’è trasparenza”.
Il Movimento 5 stelle per voce della capogruppo Sarah Di Sabato ha ribadito la contrarietà alla delibera: “Lo scorporo Sant’Anna con la Città della Salute non migliorerà la qualità delle cure. Questa operazione è un salto nel buio anche a livello economico, mancano certezze e dettagli operativi dal punto di vista finanziario”.
La capogruppo Vittoria Nallo (SUE) ha affermato che “una riforma così profonda necessita di più trasparenza e attenzione. Il presidio del Sant’Anna è un’eccellenza da preservare, non si dà certezza né dal punto di vista qualitativo né finanziario. Questo scorporo oggi sembra più che altro una chimera”.