TORINO

Olimpiadi 2026, Torino e il Piemonte sperano di rientrare nella grande kermesse sportiva

Palazzo Civico e la Regione, dunque, puntano al riutilizzo in particolare degli impianti di bob di Cesana, dei trampolini di Pragelato, e soprattuto dell'Oval

Olimpiadi 2026, Torino e il Piemonte sperano di rientrare nella grande kermesse sportiva
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In questi giorni sta tornando alla ribalta l'annosa questione delle Olimpiadi invernali che hanno fatto sognare Torino e i Torinesi nel lontano 2006 e che ha permesso di mettere la città sabauda in vetrina dopo anni e anni di grigiore dettati dalla "città-industria".

La candidatura della giunta Appendino

Negli anni passati, la giunta Appendino aveva provato a candidare Torino, come luogo ideale per svolgere di nuovo all'ombra della Mole e nelle valli della provincia gli eventi olimpiaci del 2026 "in chiave sostenibile", per recuperare aree degradate del capoluogo, gli impianti costruiti nel 2006 (oggi in profondo stato di abbandono), tutelare l'ambiente evitando consumo di suolo, taglio di alberi (e molto altro). Non ultimo per limitare i costi di realizzazione.

Un'operazione politica che però non è riuscita. Milano e Cortina riuscirono a strappare questa opportunità alla città capoluogo.

Le speranze odierne di Regione e Comune

Ora, come dicevamo, "anche" il sindaco Stefano Lo Russo, la sua giunta e la Regione, sperano di far rientrare nella partita Torino e il Piemonte, dopo che Trento (dove si sarebbe dovuto realizzare l'impianto per il pattinaggio) ha manifestato l'interesse a fare un passo indietro per via degli alti costi di realizzazione (lievitati negli ultimi mesi). Si parla di 70 milioni di euro.

Dal Comune di Torino, fanno sapere che per rimettere a posto gli impianti piemontesi ne basterebbe un decimo. Si spera quindi un segnale dal governo, dal Coni e dal sindaco di Milano Sala. Palazzo Civico e la Regione, dunque, puntano al riutilizzo in particolare degli impianti di bob di Cesana, dei trampolini di Pragelato, e soprattuto dell'Oval.

"Siamo a disposizione" ribadiscono Lo Russo e anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che in altra occasione aveva rilanciato "per fare fare bella figura all'Italia". In caso contrario, gli impianti di Cesana e Pragelato andranno totalmente riconvertiti.

Sulla vicenda è intervenuto anche Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem:

"Sta riprendendo quota il dibattito, non nuovo, rispetto all'utilizzo di impianti per le Olimpiadi invernali del 2026 messi a disposizione da chi li ha già, Torino, per chi invece li dovrebbe costruire, Cortina. Una operazione virtuosa certo, ma se le Olimpiadi 2026 devono essere qualcosa di molto diverso rispetto al passato, non è solo per l'uso di strutture già pronte in tre angoli di montagne. Il punto è fare invece delle vere Olimpiadi delle Alpi, che uniscano Milano, Torino, Venezia, Verona, Brescia, Bergamo, alle valli in modo diverso dal passato. Con una consapevolezza culturale e storica prima di tutto, con un legame che finora non è mai esistito tra grandi città del fondo valle e località alpine dove si svolgono le gare. Torino ha il merito centrale di questa incompiuta. Drammatica incompiuta non capita da nessuna delle Amministrazioni torinesi venute dopo il 2006. Snobbato ogni rapporto. Bastava la Crocetta fosse proiettata in Via Lattea o a Bardonecchia. Un fallimento. Ma Milano rischia di fare il più sonoro e drammatico bis se non capirà che il punto non è come sta insieme a Cortina, e al trionfo della perla delle Dolomiti, che certo non ha bisogno di luci e riflettori. Bensì, il cambio di passo vero lo si fa con Olimpiadi invernali delle Alpi che mettano insieme le valli che faticano, che hanno famiglie che vogliono restare, che hanno bisogno di medici di base e di asili nido e nelle quali i negozi chiudono e lo spopolamento continua, con le realtà urbane, nelle quali le periferie sono in apnea e le ztl devono smetterla di pensare di avere appendici ludiche sulle piste di pittoresche località alpine. Dunque al netto di ogni retorica, servono intrecci, scambi, ben oltre l'uso di trampolini e piste da bob. Servono scambi e relazioni, Città che capiscano cosa sono le valli, le montagne, i paesi insieme di una o più Comunità montana, e scelgano interazione e flussi. Se Milano sceglie solo Cortina, Venezia le Dolomiti, Torino la Via Lattea, quali destinazioni del risposo, dello svago, dello sci senza neve e dello shopping, le Olimpiadi, onvunque si celebrino, servono a poco".

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