La visita al carcere minorile di Torino delle consigliere AVS: "Situazione grave: carcere usato come pronto soccorso educativo"
"Un intervento coordinato tra istituzioni, sanità e operatori del settore per garantire diritti e dignità ai detenuti, specialmente i più giovani, è sempre più urgente"
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Le consigliere regionali di Alleanza Verdi Sinistra e Possibile, Alice Ravinale, Valentina Cera e Giulia Marro, hanno visitato ieri, 10 febbraio 2025, l’Istituto Penale per Minorenni Ferrante Aporti di Torino e incontrato il direttore Giuseppe Carro per verificare le condizioni di detenzione e raccogliere testimonianze dirette sulle criticità presenti nella struttura: da inizio mandato si tratta della tredicema visita al sistema penitenziario Piemonte da parte delle consigliere di AVS.
Il Ferrante Aporti è una "cartina tornasole"
Così Alice Ravinale, capogruppo AVS in Consiglio Regionale:
"A sette mesi dalla protesta per la quale sono stati rinviati a giudizio 11 minorenni, la situazione al Ferrante Aporti è migliorata per quanto riguarda il personale presente e il minor tasso di sovraffollamento, ma resta un problema strutturale: questo Istituto, in cui circa l'80% dei ragazzi detenuti sono minori stranieri non accompagnati, è la cartina di tornasole dell'assenza di strutturali politiche sociali, educative e di accoglienza. A livello regionale, continueremo a insistere per migliorare i servizi sanitari alle persone detenute e anche, a seguito della visita di oggi, per adeguare la formazione professionale alle esigenze e alle tempistiche del carcere, per fare in modo che - soprattutto per quanto riguarda la giustizia minorile - la funzione rieducativa della pena sia salvaguardata".
L’istituto ospita attualmente 50 giovani detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 46 posti. Alcuni di loro sono quindi ancora costretti a dormire su brandine.
Ha commentato la consigliera Valentina Cera:
"Oltre il 70% dei ragazzi scontano in carcere misure cautelari perché non c'è alternativa: mancano del tutto le comunità educative e terapeutiche che dovrebbero accoglierli. Così si arriva al paradosso che il carcere minorile rimane l'unico "pronto soccorso educativo" per questi ragazzi: ma non è la giustizia penale la risposta che le istituzioni dovrebbero dare."
Ha dichiarato la consigliera Giulia Marro:
"Le condizioni del Ferrante Aporti ci confermano quanto sia urgente un intervento coordinato tra istituzioni, sanità e operatori del settore per garantire diritti e dignità ai detenuti, specialmente ai più giovani. La nostra visita di oggi è un ulteriore tassello in un percorso di ascolto e costruzione di soluzioni, che proseguirà con il convegno del 14 febbraio e con il nostro impegno in Consiglio per istituire una Commissione Speciale sul carcere."
Concludono le consigliere:
"Visitare oggi questa struttura è un pugno nello stomaco se la confrontiamo con quello che non fa la Regione Piemonte per fare fronte a quello che viene definito disagio giovanile: a bilancio c'è qualche spicciolo sulle politiche giovanili, nessuno stanziamento per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e progettualità insufficienti sulla riduzione del danno in materia di tossicodipendenze. La situazione quindi non potrà che peggiorare, per precise scelte politiche."
Un convegno a Cuneo
La visita si inserisce in un percorso più ampio di approfondimento e azione istituzionale sul sistema carcerario piemontese, che ha già portato all'approvazione di un ordine del giorno di AVS per l’uniformazione e il miglioramento dei servizi sanitari nelle carceri della Regione.
Le occasioni di far luce sulle difficoltà del sistema carcerario piemontese non sono mancate: dal Consiglio regionale aperto al recente incontro sul sistema penitenziario, le criticità delle carceri piemontesi sono gravi e ne sarà dato spazio anche al convegno Salute in carcere: un diritto negato? in programma il 14 febbraio 2025 a Cuneo. L’evento, organizzato dall’associazione CO.N.O.S.C.I. e con la partecipazione delle consigliere, intende approfondire il tema della salute nelle carceri, con particolare attenzione alla salute mentale, alla riduzione del danno e all’accesso ai servizi sanitari, con il necessario confronto tra istituzioni, esperti e operatori del settore per individuare strategie condivise che migliorino le condizioni di detenzione e favoriscano un sistema penitenziario più giusto ed efficace.