TORINO

La gaffe del senatore tifoso granata: "La Juve ruba da 50 anni. Potremmo istituire una commissione d'inchiesta"

Sui social si difende: "Vedo che si è innescato un acceso dibattito, e voglio chiarire che non era mia intenzione offendere alcuno"

La gaffe del senatore tifoso granata: "La Juve ruba da 50 anni. Potremmo istituire una commissione d'inchiesta"
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E' bufera sul senatore di Italia Viva, Enrico Borghi, per le parole pronunciate nei confronti della squadra bianconera, al Tg1 dove ha cercato di cavarsela con una battuta quando si parla di fede calcistica nei palazzi.

"La Juve ruba da 50 anni, potremmo istituire una commissione d'inchiesta".

Polemica sui social

Appena le sue parole si sono riversate sui social è partito il polverone di polemiche, soprattutto da parte dei tifosi juventini che non hanno gradito. Borghi, tifoso del Torino e membro del Toro club Parlamento, prova anche a ridimensionare il suo messaggio tv sui social ma il tentativo di salvataggio non ha dato gli esiti sperati.

Il tweet su X:

"Questa sera il Tg1 ha ripreso una mia battuta ironica, all’interno di un servizio costruito in tale chiave, legata alla mia fede calcistica e al rapporto con la #Juventus, storica antagonista della mia squadra del cuore. Vedo che si è innescato un acceso dibattito, e voglio chiarire che non era mia intenzione offendere alcuno. E naturalmente la questione della commissione parlamentare era una battuta paradossale,nel quadro di quel senso ironico a cui facevo riferimento. Se vi sono persone che si sono sentite offese, chiarisco il senso e mi scuso di non aver saputo corrispondere allo spirito ironico e leggero che dovrebbe essere connesso con quello che è sempre e comunque un gioco, il calcio, che accomuna molti italiani . Forse aveva ragione Churchill, quando diceva che gli Italiani fanno la guerra come una partita di calcio, ed una partita di calcio come una guerra. E in ogni caso, se vogliamo dire una cosa un po’ più seria, forse andrebbe apprezzato chi in politica ha il coraggio coerente delle proprie bandiere (anche calcistiche) anziché giocare a lisciare il pelo ai fini di un facile consenso. Ma queste sono opinioni. E ognuno, in democrazia, giustamente ha la propria".

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