I sindacati dei pensionati del Piemonte con gli anziani nelle Rsa: "#senzaradicinoncefuturo"
Mobilitazione davanti al Convitto Principessa Felicita di Savoia per la strage degli anziani nelle case di riposo del Piemonte.
I Sindacati dei Pensionati del Piemonte Fnp-Cisl, Spi-Cgil e Uilp-Uil Piemonte si sono ritrovati lunedì 29 giugno 2020, davanti alla RSA di Torino Convitto Principessa Felicita di Savoia per lanciare la campagna unitaria “Senza radici non c’è futuro” con una conferenza stampa all’aperto.
I sindacati dei pensionati con gli anziani nelle Rsa
Scopo dell'iniziativa far cadere l’attenzione sulla tragedia provocata dal Covid-19 nelle case di riposo del Piemonte.
“Siamo qui ma potremmo essere davanti a una qualsiasi RSA della nostra regione per testimoniare che non dimenticheremo gli anziani che hanno perso la vista in queste strutture durante l’emergenza sanitaria da covid-19. Il nostro obiettivo è che vengano accertate le responsabilità, perché questa strage si poteva e si doveva evitare, e il fatto che nel 25% delle RSA piemontesi il covid non sia entrato lo dimostra. Per questo, se sarà necessario in sede di processo penale ci costituiremo parte civile” afferma Graziella Rogolino (Spi-Cgil Piemonte).
I Sindacati dei Pensionati siederanno inoltre a un Tavolo con la Regione insieme alle Confederazioni: “La nostra non sarà una passerella, ci aspettiamo risposte concrete, altrimenti ce ne andremo. La nostra proposta è un nuovo modello che potenzi domiciliarità e assistenza territoriale: le RSA devono diventare una soluzione residuale, attrezzata a rispondere ai casi più gravi, mentre il sistema sanitario dovrebbe prendere in carico anziani e famiglie sotto tutti gli aspetti, dal sostegno economico all’assistenza medica” aggiunge Lorenzo Cestari (Uilp Uil Piemonte).
La ricerca sulle RSA
Nel corso dell’iniziativa è stata anche presentata la ricerca che le tre sigle sindacali stanno portando avanti proprio sulle RSA, la illustra Francescantonio Guidotti (Fnp-Cisl Piemonte):
“Dalla mappatura che stiamo facendo a livello regionale risultano 787 strutture, molte di più che in Lombardia sebbene il Piemonte abbia un numero di abitanti decisamente più basso. Cercando di individuare i dati dei contagi ci siamo scontrati con un assordante silenzio per più della metà delle strutture. Insisteremo ancora, approfondendo la ricerca e coinvolgendo maggiormente i nostri pensionati presenti sui territori. Secondo i dati reperibili sulla stampa locale sono quasi una su quattro le RSA senza contagi. Un’applicazione rigida delle direttive sulla sicurezza, una gestione oculata, la bravura degli operatori, sicuramente anche un pizzico di fortuna: è da queste strutture che si deve ripartire per ripensare il modello di assistenza, che va di pari passo con il dare vera applicazione alla Legge sull’Invecchiamento attivo, licenziata un anno fa, ma ancora ferma nella pratica”.