Capogruppo Pd si assenta qualche minuto dal Consiglio comunale per allattare, la Lega: "Ottimo interesse per la politica"
Lavorare e fare la mamma: ecco perché servono ancora esempi come quello di Marta Bruschi
Si è assentata per qualche minuto per allattare la sua bimba di 8 mesi, un normalissimo gesto che le mamme di tutto il mondo fanno mentre sono impegnate in altre mansioni siano queste: faccende di casa, lavori al pc o... sedute del Consiglio comunale. Perché diciamocelo, una cosa non è che escluda l'altra.
Si assenta per allattare e scoppia la polemica
Così, di certo Marta Bruschi, capogruppo Pd, non pensava che provvedere al bisogno della sua piccola per un quarto d'ora vanificasse il suo impegno in politica e la sua aspirazione a diventare sindaco di Biella, e così ovviamente non è.
Ma nel 2024 ci ritroviamo a parlare di maternità e difficoltà legate alla maternità oltre che di pregiudizi, a causa della polemica che la sua assenza ha scatenato, con accuse di poco attaccamento alla politica alla candidata alla carica di sindaco del capoluogo di provincia alle prossime elezioni di giugno.
La Lega: "Come può fare il sindaco?"
A sottolineare il comportamento "poco professionale" della mamma è il consigliere della Lega Alessio Ercoli che ha così commentato la pausa della Bruschi dalla seduta:
Vedo che tra i banchi della minoranze c'è un'assenza importante. A due delibere dalla fine, il nuovo capogruppo Pd nonché candidata sindaca è andata via. Non è un consigliere qualunque, sono le 9 e 30 di sera, questo dimostra un ottimo interesse - ironizza - nei confronti della politica. Immagino come possa un domani fare il sindaco.
Un commento che ha suscitato l'immediata reazione di Andrea Foglio Bonda, consigliere di Buongiorno Biella che ha così risposto:
Stai seriamente dicendo che una donna che va a guardare la sua bambina non può fare il sindaco?
Un clima e un tema che sono arrivati fino a Roma mobilitando la solidarietà di deputati e le deputate del Partito democratico:
Solidarietà a Marta Bruschi, la candidata sindaco del Pd a Biella che si è assentata per alcuni minuti dall'aula del consiglio comunale per andare ad allattare la figlia e che, per questo, è stata insultata da un consigliere della Lega
Ecco chi sono parlano tanto di famiglia e attaccano violentemente una donna perché si prende cura della propria figlia. E arrivano a dirle che, per questo, non può fare il sindaco. Una scena ripugnante. Forza Marta
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Esempi virtuosi in Italia e all'estero
D'altra parte, il consigliere Leghista Alessio Ercoli, e chi la pensa come lui, forse avrebbe bisogno di qualche esempio virtuoso che gli dimostri che maternità, allattamento e carriera non si annullano a vicenda.
Vediamo insieme qualche caso recente e meno recente che lo dimostrerebbe.
Era giugno del 2023 quando il parlamento italiano ha applaudito la deputata del M5S Gilda Sportiello che con grande naturalezza ha tolto il suo piccolo dalla fascia e ha cominciato ad allattarlo seno. Un gesto possibile grazie a una norma decisa dalla Giunta per il Regolamento di Montecitorio a novembre del 2022 secondo la quale le deputate mamme possono entrare durante le sedute in Aula alla Camera, partecipando ai lavori parlamentari, con i loro bimbi ed allattarli fino al compimento di un anno.
Ben tredici anni prima di lei l’eurodeputata Licia Ronzulli di Forza Italia aveva fatto la stessa a Strasburgo.
Ma anche nei parlamenti di altri Paesi le mamme che allattano sono le benvenute ed ecco infatti le predecessore di questo gesto tanto naturale quanto rivoluzionario, hanno allattato i loro bimbi durante delle sedute: la deputata argentina Victoria Donda Perez, nel 2015, la deputata islandese, Unnur Bra Konradsdottir (lei tenne anche un discorso mentre allattava, celebre fu la sua frase: "una donna deve riuscire a far coincidere tutto"), nel 2016 e la vice leader dei Verdi australiani Larissa Waters nel 2017 che portò la sua bimba di poche settimane e dichiarò:
Sono orgogliosa che mia figlia Alia sia il primo bebè ad essere allattato al seno nel Parlamento federale! Abbiamo bisogno di più donne e di più madri in Parlamento.
Basterà a convincere i più scettici?
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