PIEMONTE

Blackout a Torino, continuano i disagi e le polemiche (anche politiche)

Russi, M5S: "Black‑out estivi, patetico addossare colpe ad Appendino"

Blackout a Torino, continuano i disagi e le polemiche (anche politiche)
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Da diversi giorni si registrano blackout in molte zone di Torino, a causa dell'aumento esponenziale di energia dovuto alla prima grande ondata di calore che ha spinto la popolazione ad un maggiore utilizzo della tecnologia (ventilatori, condizionatori) per raffrescare gli ambienti.

Rete vetusta

La rete cittadina non è al momento "adatta" alle nuove esigenze di una città sempre più energivora sia in inverno che in estate. Il caldo asfissiante, prolungato per più giorni, una maggior pervasività della tecnologia (telefoni, tv, impianti) per usi quotidiani e l'ampliamento urbanistico in orizzontale e verticale sono fattori che fanno pressione sulla rete elettrica esistente.

La polemica politica

Andrea Russi, capogruppo M5S: "Black‑out estivi, patetico addossare colpe ad Appendino"

La questione blackout nella giornata di lunedì, 16 giugno 2025, è arrivata in Consiglio comunale.

Andrea Russi, M5s:

"Alcuni quotidiani locali, provando a interpretare le dichiarazioni rese in Consiglio comunale dal sindaco Lo Russo, sostengono che i disservizi elettrici dell’estate 2025 dipendano dalla vendita – risalente al 2018 – di un 2,5 % di azioni Iren decisa dall’allora sindaca Chiara Appendino, quota peraltro riacquistata due anni dopo. Questa tesi è puerile, ridicola e rappresenta il solito patetico scaricabarile: non regge a qualunque verifica tecnica o economica.

Perché la tesi non sta in piedi

• La rete è regolata, non politica. La distribuzione è affidata a Ireti in concessione e soggetta alle regole ARERA: piani di manutenzione e investimenti sono depositati presso l’Autorità, indipendentemente da qualche punto percentuale di azioni.

• Le cause dei blackout sono tecniche, non azionarie. Le interruzioni degli ultimi due anni derivano dall’accoppiata ondate di calore estremo + picchi di carico che porta i cavi MT oltre i limiti termici. Nella Relazione 2024 la stessa ARERA attribuisce l’impennata degli indici SAIFI/SAIDI a “eventi climatici eccezionali”, non a carenze di manutenzione, certamente non collegate alla governance azionaria

Gli investimenti sono in aumento, non in calo. Ireti ha in corso un piano da 47 milioni di euro per due nuove cabine primarie (Barca e corso Bramante) con avvio 2025‑26; a questi si sommano 44 milioni di fondi PNRR. Nessun “buco” di bilancio, ma un’accelerazione dei cantieri. E, aggiungiamo, gli investimenti per non mandare in blackout mezza Torino non sono una voce strategica opzionale, ma il requisito minimo e imprescindibile per garantire la continuità dei servizi essenziali. Cosa può fare Torino nel breve‑medio periodo. Per la città sarebbe strategico dotarsi di power bank, batterie di quartiere da 100 kW – 5 MW con inverter grid‑forming, interruttori di isola e priorità di carica.

Offrirebbero:
- Autonomia immediata di qualche ora per negozi e servizi essenziali durante interruzioni brevi;
- Ripartenza rapida (black‑start) di cabine secondarie senza attendere gruppi elettrogeni;
- Punti di rifugio energetico (centri civici, palestre, biblioteche) dove ricaricare dispositivi e conservare farmaci termolabili.

Parliamo di tecnologie già esistenti e in utilizzo, per esempio a Toronto (Bulwer Station) – Canada | 2 MW / 2 MWh BESS integrato sulla rete 4,16 kV del centro città: riduce i picchi, differisce upgrading di cabina e mantiene alimentate le vie adiacenti per alcune ore in caso di blackout.
Lo Russo, anziché fare il solito inutile scaricabarile pensi a qualcosa di utile per i torinesi. Queste architetture potrebbero rendere i blackout torinesi meno frequenti e, soprattutto, meno impattanti.

Precisione e responsabilità
Chi informa l’opinione pubblica ha il dovere di basarsi su fonti qualificate e dati verificabili. Prima di rilanciare ricostruzioni non supportate da elementi oggettivi, è utile consultare la documentazione di ARERA, Terna e Ireti. Una verifica attenta consente di distinguere i dati reali dalle narrazioni confezionate – a posteriori – dalla politica per spostare l’attenzione e scaricare responsabilità".

FOTO REPERTORIO

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