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Atti vandalici, Fratelli d'Italia scende in campo

Gli esponenti: "Cercano di legittimare un preoccupante revisionismo storico contro la istituzioni della nostra civiltà".

Atti vandalici, Fratelli d'Italia scende in campo
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Una presa di posizione contro le recenti azioni vandaliche che cercano di legittimare un preoccupante revisionismo storico contro la istituzioni della nostra civiltà. Questo l'obiettivo della manifestazione di Fratelli d'Italia a Torino.

Atti vandalici, Fratelli d'Italia scende in campo

Ieri, sabato 20 giugno 2020, a Torino si è svolta una manifestazione di Fratelli d'Italia, Gioventù Nazionale nella quale gli esponenti hanno ribadito, ancora una volta,: "Senza storia non c'è futuro".

“No all’iconoclastia del politicamente corretto” è il messaggio che hanno lanciato nella giornata di oggi i militanti di Gioventù Nazionale Torino, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, davanti al Monumento al Conte Verde in Piazza Palazzo di Città, a Torino.

Una presa di posizione contro le recenti azioni vandaliche che cercano di legittimare un preoccupante revisionismo storico contro la istituzioni della nostra civiltà: così come con la statua di Giulio Cesare in Belgio o quelle di Cristoforo Colombo negli Stati Uniti, la sinistra ancora una volta distorce la storia secondo il dettame del pensiero unico.

L'intervento

«Anche Torino ha recentemente subito le barbarie del corteo BlackLivesMatter con spray e vernici contro le statue di palazzo civico -spiega Salvatore Ardini responsabile di Gioventù Nazionale Torino- oggi abbiamo deciso di porci simbolicamente a difesa del Monumento ad Amedeo VI, simbolo di virtù e amor patrio».

Gioventù Nazionale Torino prende così parte al progetto lanciato dal nazionale, lanciando un messaggio anche alle istituzioni.

«Ci auguriamo che le Amministrazioni non cedano di fronte alle richieste oscurantiste, rilegando la storia ad un ruolo marginale nella formazione della coscienza popolare e consegnando ad un gruppo il ruolo di iudex su chi ha diritto ad essere ricordato o meno» conclude Ardini.

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