Alberto Cirio: "Ai tempi del fascismo grande cura per il corpo". E' polemica
Il presidente di Regione Piemonte, in seguito alla bufera che si è scatenata, ha tenuto a specificare di essere stato franiteso e di "avere l'antifascismo nel Dna".
Hanno suscitato animate polemiche le dichiarazioni del presidente di Regione Piemonte Alberto Cirio durante il suo intervento all'outlet di Vicolungo, per l'inaugurazione del "Kinder joy of movement park", struttura dedicata all'attività motoria dei ragazzi.
Cirio nella bufera per le affermazioni sul fascismo
"L'attività sportiva è stata trascurata completamente nel secondo dopoguerra. Ai tempi del fascismo c'era grande attenzione alla cura del corpo, lo sport era importante nelle scuole. Caduta la dittatura, per reazione l'attività sportiva è stata cancellata dagli istituti scolastici".
Immancabile pioggia di critiche sui social, anche da parte di colleghi di altri schieramenti politici.
"Vedo che il presidente della Regione Piemonte ha nostalgia della cura per il corpo che aveva il regime fascista. Temo che si riferisse alle cure a base di manganello e di olio di ricino agli oppositori che difendevano la democrazia e la libertà"
ha commentato, fra i tanti, il portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.
La difesa
Il presidente ha prontamente replicato che il suo intento era esclusivamente finalizzato a riconoscere il valore della ginnastica, soprattutto all'interno della formazione scolastica, non certo quello di elogiare il fascismo. Cirio ha inoltre rivendicato le sue origini: "Voi dimenticate che chi è albese come me ha l'antifascismo nel Dna". E per fugare ogni dubbio, nella giornata di ieri, ha pubblicato su Facebook una foto che lo ritrae in compagnia della senatrice Liliana Segre, simbolo della lotta a fascismo e nazismo, facendole gli auguri di compleanno.
https://www.facebook.com/alberto.cirioii/posts/2551423535078368