Incredibile a Torino

Aggrediti perché fumavano durante il Ramadan, ma... non erano musulmani

I due egiziani, che in realtà sono cristiani copti, sono stati presi a calci e pugni da un gruppo di nordafricani di religione islamica.

Aggrediti perché fumavano durante il Ramadan, ma... non erano musulmani
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Un brutta vicenda di violenza per motivi religiosi si è verificata nel corso del pomeriggio di lunedì 18 aprile 2022 in corso Vigevano a Torino: due fratelli egiziani di 62 e 71 anni sono stati circondati, insultati e colpiti da calci e pugni da un gruppo di nordafricani perché beccati a fumare sigarette durante il Ramadan, il mese sacro per l'Islam che questo 2022 va dal 1° aprile al 1° maggio. L'aggressione però è stata immotivata perché i due egiziani non erano musulmani, ma bensì cristiani copti e quindi non dovevano sottostare a nessun divieto di fumo imposto dalla religione islamica.

Aggrediti perché fumavano durante il Ramadan, ma... non erano musulmani

Presi a calci e pugni per motivi religiosi, anche se con l'Islam non avevano nulla a che fare. Come raccontato da Prima Torino, nel corso del pomeriggio di lunedì 18 aprile 2022, si è consumata a Torino, in corso Vigevano, una brutale aggressione nei confronti di due cittadini egiziani. I due, Sherif e Nabil Azer, fratelli di 62 e 71 anni, sono stati accerchiati, insultati e aggrediti da un gruppo di nordafricani semplicemente perché li avevano beccati a fumare sigarette durante il Ramadan, mese sacro per i musulmani.

L'azione violenta, tuttavia, sarebbe scaturita da una giustificazione immotivata: i due fratelli egiziani infatti non sono di fede musulmana, ma bensì cristiani copti, ragione per la quale non dovevano sottostare a nessun divieto di fumo, come invece è imposto dall'Islam durante il periodo di digiuno.

Non è la prima volta che accade

Come affermato dalla figlia del 62enne, l'aggressione al padre e allo zio sarebbe avvenuta non lontano da piazza Crispi. Mentre il 71enne si stava fumando tranquillamente una sigaretta, un gruppo di stranieri di religione islamica, giunto lungo corso Vigevano, ha iniziato ad insultarlo dicendogli di non essere un buon musulmano a fumare. Nonostante i due fratelli egiziani avessero chiarito di essere cristiani copti, il gruppo non ha voluto sentire ragione cominciando a prenderli a calci e pugni. A seguito dell'aggressione, i due sono stati portati all'ospedale Giovanni Bosco e per diverse contusioni. I cittadini nordafricani che li hanno malmenati sono fuggiti a gambe levate quando sul posto sono accorse le forze dell'Ordine.

La figlia del 62enne ha affermato che il padre è da sempre un attivista che promuove i diritti della minoranza copta che in Egitto è vittima di discriminazioni. Per la loro fede religiosa la sua famiglia, già in passato, era stata vittima di episodi simili. La stessa ragazza, in un'occasione, mentre era con altre amiche cristiane copte, era stata avvicinate da un uomo con un bambino piccolo che ha iniziato a insultarle chiamandole impure e dicendo che eravamo vestite come prostitute perché indossavano abiti occidentali.

Le reazioni politiche

Il fatto ha subito scatenato reazioni politiche, a partire dall’assessore all’Emigrazione della Regione Piemonte, Maurizio Marrone:

"L’episodio che ha visto protagonisti Sherif e Nabil Azer è preoccupante perché ci dà il polso di quanto le nostre città stiano diventando territori franchi per integralisti islamici che non hanno alcuna intenzione di integrarsi, e anzi aggrediscono coloro che ritengono non rispettino la legge islamica. La comunità cristiano-copta subisce da anni le violenze dell’estremismo islamico in Egitto – aggiunge Marrone – con chiese bruciate, attentati kamikaze e aggressioni. Il fatto che ora anche in Europa e a Torino si inizino a vedere replicate dinamiche inquietanti dovrebbe preoccupare tutte le istituzioni. Contro gli integralisti islamici servono pugno duro e rimpatri, non il buonismo che troppo spesso ha contraddistinto le amministrazioni comunali al governo di Torino".

L'aggressione è stata anche commentata dai deputati torinesi del partito di Salvini, Alessandro Benvenuto ed Elena Maccanti.

"Non è ammissibile che in Italia non sia rispettata la libertà religiosa. La Lega denuncia da sempre come sia fondamentale l’integrazione e il rispetto delle regole nel nostro Paese, affinché violenze simili non accadano più".

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