Vertice al "Mise"

Torino non può permettersi di perdere la gigafactory Stellantis

Al summit interministeriale c'erano anche la proprietà e i sindacalisti. Il sito industriale di Mirafiori sarebbe l'ideale per ospitare la nuova linea di produzione.

Torino non può permettersi di perdere la gigafactory Stellantis
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Gigafactory: incontro a Roma fra rappresentanti di Stellantis, il Governo e i sindacalisti per fare il punto sul faraonico progetto di realizzare un'azienda che produca le batterie elettriche per le auto del futuro.

Ore contate per benzina e diesel

L'idea è quella, ormai condivisa da tutti nel settore auto-motive, che le macchine a combustibile tradizionale (benzina o diesel) hanno i giorni contati. Molte case produttrici hanno già ufficializzato che dal 2023 non produrranno più auto a gasolio. Si punta tutto sull'elettrico o, nel peggiore dei casi, sull'ibrido. Ma, per far funzionare una filiera di consumo con numeri altissimi come quelli del settore automobilistico, servono milioni di batterie da montare sui veicoli. Dove produrli? Francia e Germania sono già avanti ed hanno individuato un partner del settore d'eccezione: la Total. Al Mise nell'incontro di ieri si è parlato anche di questo: il Governo deve dare la spallata decisiva e magari coinvolgere il partner più immediato in un'avventura del genere: Eni. A questo punto dunque sono quattro i soggetti pienamente  coinvolti nell'affaire gigafactory: Stellantis, il Governo, i sindacati e (in prospettiva) l'Eni. Per quanto riguarda la politica, vero traino in questa fase perché sono i Ministeri che decidono dove spendere i miliardi del Pnrr, c'è una sotto-divisione di responsabilità.

Tre ministri coinvolti

Infatti sono ben tre i ministri coinvolti che dovranno dare il loro contributo: Andrea Orlando (Pd) per il Lavoro, Giancarlo Giorgetti (Lega) e Roberto Cingolani (M5S) per la Transizione ecologica. Tre teste, tre partiti diversi... Si tratterebbe quindi di un tavolo (o una serie di tavoli) da gestire con più apparati con decisioni da prendere nel più breve tempo possibile. Non facile. Così il sindacalista piemontese Ugo Bolognesi  della Fiom, che sta seguendo da vicino la vicenda:

"Siamo stati i primi a dire che le auto elettriche sono il futuro, bisogna investire lì. Abbiamo perso nel settore circa 25mila posti di lavoro in dieci anni, non so se rendo l'idea... Il sito di Mirafiori sarebbe ottimale per un insediamento come la gigafactory: tre milioni di metri quadrati di cui utilizzati oggi solo il 30%. Il resto è abbandonato e in parte di proprietà pubblica, della società Torino Nuova Economia. Abbiamo una splendida facoltà di Ingegneria automobilistica dove i nostri giovani studiano per poi, magari, una volta laureati andare a lavorare altrove. Così non va, bisogna intervenire concretamente per portare a Mirafiori la gigafactory".

Attualmente lavorano nel sito produttivo di Mirafiori circa 12mila persone, ma questo numero potrebbe triplicare se il progetto gigafactory dovesse prendere piede ed andare a régime. La speranza è che le sinergie fra vari ministeri non creino problemi ma anzi possa rivelarsi un valore aggiunto per arrivare ad avere la gigafactory di Stellantis interna alla città di Torino. Un risultato ottimo sia dal punto di vista occupazionale, sia produttivo che sociale.

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