TORINO

Anche l'arcivescovo Repole adesso "scomunica" Stellantis: "Faccia chiarezza sul futuro degli stabilimenti"

Nel 2008 nel maxi stabilimento di Mirafiori si superavano le 200 mila vetture prodotte, oggi sono 100 mila

Anche l'arcivescovo Repole adesso "scomunica" Stellantis: "Faccia chiarezza sul futuro degli stabilimenti"
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I tavoli di crisi aperti (Lear, questione Stellantis, Te Connectivity) in Piemonte fanno discutere non poco il "mondo della politica" ma anche quello della "chiesa". Il Natale che sta per arrivare non sarà come gli altri per molti lavoratori della provincia di Torino che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro.

Caso Stellantis

A creare incertezze è, come dicevamo, anche quella che era l'ex Fiat che oggi parla sempre più inglese. La transizione ecologica, il ridimensionamento degli stabilimenti negli anni, la revisione del piano dipendenti, lo spostamento delle produzioni all'estero dal 1990 ad oggi, hanno creato e creano grandi interrogativi sul futuro che verrà per tanti torinesi.

L'arcivescovo di Torino, nei giorni scorsi, ha voluto dire la propria su queste vicende occupazionali che stanno tenendo il fiato sul collo a molte persone. Negli ultimi 10 anni la manifattura del Piemonte ha perso 32 mila addetti. Mentre l'anno che verrà, il 2024 sarà il 17esimo anno di cassa integrazione.

Nel 2014, a Mirafiori, c'erano 20 mila dipendenti oggi sono poco più di 12 mila. Una perdita consistente di ben 8 mila unità che pesa come un macigno sul piano dello sviluppo di Torino e della sua area metropolitana.

Nel 2008 nel maxi stabilimento di Mirafiori si superavano le 200 mila vetture prodotte, oggi sono 100 mila.

Le parole di Repole su Stellantis

L'arcivescovo di Torino, Roberto Repole al Corriere fa sapere:

"Ho ricevuto le rappresentanze sindacali dei lavoratori della fabbrica Lear di Grugliasco: 260 persone che rischiano il licenziamento in seguito alla crisi dell’azienda, fornitrice del gruppo Stellantis. E purtroppo non è l’unica fabbrica in grave crisi nell’area torinese. Ultime in ordine di tempo la Te Connectivity di Collegno, che sta rischiando il taglio di 200 lavoratori, e il Feltrificio Fir di Sant’Ambrogio, con 41 posti in bilico. Non sarà un Natale sereno quello delle famiglie sospese sul baratro del licenziamento: centinaia di uomini e donne, con i loro figli, che hanno paura perché senza lavoro non c’è futuro. Mi rivolgo ai loro responsabili, affinché chiariscano i loro progetti: rilancio o ridimensionamento? Invito le aziende e le istituzioni a fare tutto il possibile per conservare le produzioni e i posti di lavoro – aggiunge Repole - stiamo parlando di vite umane. L’emergenza delle Pmi torinesi è originata dalla contrazione di Stellantis, che a cascata produce chiusure e ridimensionamenti nell’indotto. La governance di Stellantis si sta sempre più trasferendo all’estero – conclude Repole – ma nel frattempo Torino deve conoscere il suo futuro. Cosa significa la campagna di prepensionamenti? E la chiusura della sede di Grugliasco (Maserati)? O, ancora, la cassa integrazione nelle linee di Mirafiori? Poco inciderà, in termini di occupazione, l’apertura del nuovo hub per il riciclo".

 

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