Italiani e francesi

Stellantis: alleanza internazionale fra sindacati, torna la lotta operaia

Gli esponenti dello storico sindacato transalpino Cgt (più o meno la nostra Cgil) diramano un comunicato "d'assalto" contro la multinazionale dell'automotive.

Stellantis: alleanza internazionale fra sindacati, torna la lotta operaia
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Si prospetta un'alleanza internazionale fra sindacati per contrastare le politiche lavorative delle multinazionali?

Le barricate della Fiom

Sembra proprio così, almeno stando a quanto accade ultimamente nel settore automobilistico (uno dei comparti più trainanti dell'intero sistema industriale europeo). Questo il volantino postato sulla pagina Facebook ufficiale della Fiom per il sito torinese. E' scritto dai dipendenti francesi di Peugeot: lavoratori e lavoratrici, sindacalisti militanti o semplici travet che si sentono molto preoccupati per il loro futuro e che vedono passare sopra le proprie teste decisioni potenzialmente "pesanti" per la loro vita. Ebbene, in questo ciclostile si respira tutto l'internazionalismo delle lotte operaie, un refrain che sembrava ormai passato remoto in stile Anni '70 e che invece torna di attualità.

E il sindacato francese

Ecco alcuni passaggi del comunicato Cgt (il corrispettivo all'incirca della nostra Cgil) sigla che sta per Conféderation Géneral du Travail:

"Attualmente nel sito di Vesoul lavorano 200 dipendenti italiani. La crisi (...) fa da pretesto a Stellantis per la la ristrutturazione pianificata dell'intero gruppo. (...) Il padrone chiede ai lavoratori disoccupati di fare fino a 1.300 chilometri per campare. Se i lavoratori italiani arrivano a Vesoul, allora altri lavoratori dalla Polonia sono già a Sevel Nord e a Trevery. In futuro la direzione potrebbe chiederci di andare a lavorare in Italia per conservare il nostro lavoro. (...) La fusione Peugeot-Fca crea sinergie distruttive per i posti di lavoro. Stellantis prevede un risparmio di 5 miliardi per cominciare. Come noi anche i lavoratori d'Italia subiscono la pressione e cercano di mantenere il posto di lavoro. Non vengono qui a sostituirci, ma per lavorare. E' la direzione che sta cercando, come in passato, di dividerci. Tutti i rinforzi da altre fabbriche sono i benvenuti".

Una presa di posizione forte, potente, che invita alla lotta il popolo operaio, quasi in una rivolta del Quarto Stato stile fine '800. Di sicuro un invito a non confondere gli avversari: il fronte dei lavoratori dipendenti resti unito, le colpe sono da imputare ai piani alti.

Manager e multinazionali

Ma anche un punto che dovrebbe far riflettere i grandi nomi dell'imprenditoria e i top-manager delle aziende multinazionali. Davvero spostare le persone sulla scacchiera a piacimento, come in una specie di risiko occupazionale, è l'unica via per il futuro del comparto produttivo? Davvero non ci sono soluzioni alternative alla cosiddetta riduzione di manodopoera? Davvero vanno bene i lavoratori in stile... "laqualunque" senza preoccuparsi della loro formazione / esperienza e della loro capacità / anzianità? Produrre in Cina, o in Cambogia, o in Romania, ha lo stesso valore in termini di qualità rispetto al know-how che distingue da sempre l'Italia nel settore automotive?

Domande aperte, sulle quali bisognerebbe confrontarsi... Anche, magari, per evitare che si formi come in passato una specie di alleanza internazionale fra i sindacati che potrebbe intralciare i piani industriali.

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