Stabilimento di Grugliasco chiuso da Stellantis: la Cgil critica ma tenta la pace
Volantino della Fiom stigmatizza ancora le scelte aziendali: meglio produrre tante utilitarie piuttosto che poche super-car.
Non c'è pace per i lavoratori dello stabilimento di Grugliasco, che sarà chiuso per decisione aziendale di Stellantis. Nei giorni scorsi si sono registrate altre frizioni tra i diversi sindacati dopo la spaccatura sulla firma dell'accordo aziendale.
Frizioni tra sindacalisti
Si ricorderà che la Cgil (Fiom) era stata l'unica a sfilarsi, accusando il "padronato" di voler accentrare a discapito dei lavoratori. Gli altri sindacalisti, Cisl e Uil ma anche le altre sigle minori, avevano invece appoggiato l'azienda. Ora il colpo di coda dei "duri e puri" che hanno concesso un'udienza agli altri rappresentanti dei lavoratori. Così le Rappresentanze sindacali aziendali Fiom Cgil in un volantino datato 4 novembre 2021:
"La decisione della multinazionale di chiudere lo stabilimento Maserati e di spostare la produzione dei due modelli a Mirafiori non risolve nessun problema anzi: si evidenziano ancora di più le criticità legate alla mancanza di investimenti e di volumi produttivi per Torino. Dove saranno ricollocati i lavoratori? L'annuncio dei due turni per la 500 elettrica basterà ad evitare il ritorno della cassa integrazione? Nell'accordo separato, che la Fiom Cgil non ha voluto sottoscrivere, (...) viene previsto l'utilizzo di ammortizzatori sociali ma nulla viene detto per i piani industriali. La chiusura di Grugliasco mette in luce i limiti del Polo del Lusso, (...) servono modelli che possano avere numeri di produzione più alti e questo è possibile solo se si producono automobili che possano essere acquistate da tanti".
Un concetto, questo, già evidenziato in precedenza in altri articoli sull'argomento: una Maserati Ghibli (solo per fare un esempio) costa 80.000 euro circa, quanti possono permettersi di comprare una macchina così? Certo è splendida, solida, di prestigio, ma... bisogna tirar fuori un sacco di quattrini! Ergo, se ne vendono poche. Meglio sarebbe, secondo molti osservatori, puntare di più su un'utilitaria in grado di bissare i fantastici risultati della gloriosa "Uno" (o almeno provare ad eguagliare quegli inarrivabili volumi di produzione). Ancora i sindacalisti della Cigil:
"Nessun impegno è stato preso per garantire la continuità dei siti torinesi sui quali oggi non c'è chiarezza. (...) Serve una mobilitazione per rivendicare piani industriali veri e credibili, investimenti e nuove produzioni per il futuro dell'azienda dell'auto in Italia e a Torino".
Continua a far discutere quindi lo stabilimento di Grugliasco chiuso da Stellantis.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE: Lunedì arriva Figliuolo, Cirio spinge per la 3ª dose