sarebbe un danno economico enorme

Peste suina in Germania: dall'Italia si chiede lo stop delle importazioni

La patologia non si trasmette all'uomo, ma il rischio è che il contagio possa essere esteso agli allevamenti di suini Made in Piemonte.

Peste suina in Germania: dall'Italia si chiede lo stop delle importazioni
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Il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini, in riferimento all’estendersi dei contagi di Peste suina in Germania, chiede di fermare immediatamente le importazioni di animali vivi provenienti o in transito dalle zone interessate per tutelare gli allevamenti piemontesi.”

Grande preoccupazione per gli allevatori

La stessa richiesta arriva a livello regionale da Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino. La preoccupazione per la Psa, Peste suina africana, altamente contagiosa e spesso letale per gli animali (ma non trasmissibile agli esseri umani) è molto alta. Coldiretti ricorda che questo virus può passare facilmente da un animale all’altro attraverso stretti contatti tra i capi, o con attrezzature contaminate - camion e mezzi con cui vengono trasportati gli animali, stivali ecc. - o attraverso resti di cibo che trasportano il virus. Un possibile veicolo di contagio possono essere peraltro i cinghiali il cui numero negli ultimi anni si è moltiplicato in Italia dove si stima la presenza di circa 2milioni di esemplari. Un pericolo denunciato recentemente dalla virologa Ilaria Capua, direttrice dell'Emerging Pathogens Institute, dell'Università della Florida, che ha parlato del rischio effetto domino se, oltre al coronavirus, la peste suina passasse in Italia dagli animali selvatici a quelli allevati.

Attenzione a quello che importiamo

Fabrizio Galliati, presidente Coldiretti Torino, informa

Come documenta un recente documento di Ires Piemonte che analizza il settore agroalimentare regionale  alla luce dell’emergenza Covid-19, il settore suinicolo in Piemonte è rilevante e la PPB – Produzione al prezzo di base -  nell’anno 2019, ha inciso per 17,8 per cento sulla PPB delle produzioni animali e per il 7,2  per cento su tutte le attività agricole. La produzione suinicola regionale è tra le prime per importanza su scala nazionale incidendo per circa il 10 per cento. La produzione regionale è sostanzialmente indirizzata all'allevamento di suini pesanti macellati oltre gli otto mesi, utilizzando razze selezionate per l’attitudine a ottenere cosce e spalle ben sviluppate e carne tendenzialmente magra, caratteristiche necessarie per produrre insaccati di elevata qualità (prosciutti DOP). Gli allevamenti interessati sono sottoposti a un Disciplinare, specie per gli aspetti di alimentazione del bestiame; inoltre, esiste un sistema di tracciabilità delle cosce, anche sul prodotto finito. La maggioranza dei capi allevati in regione è destinata alla trasformazione in insaccati, mentre il mercato delle carni fresche viene alimentato soprattutto attraverso le importazioni.

Il danno sarebbe enorme

Andrea Repossini, direttore di Coldiretti Torino conclude dichiarando

Considerata la facilità di trasmissione della Peste suina africana va evitato il rischio che il contagio possa essere esteso agli allevamenti di suini Made in Piemonte. Una eventualità che rappresenterebbe un grave danno economico per le imprese suinicole piemontesi, che stanno già fronteggiando l’emergenza coronavirus Covid-19.

 

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