Lavoratori delle aziende metalmeccaniche in sciopero nel Torinese
L'agitazione interessa 25mila lavoratori.
Lavoratori nelle aziende metalmeccaniche in sciopero nel Torinese contro i licenziamenti: come riporta Prima Il Canavese, sono 25mila i lavoratori interessati.
Lavoratori nelle aziende metalmeccaniche in sciopero
La FIOM-CGIL di Torino rende noto che per la prossima settimana sono stati indetti scioperi di due ore (in molti casi con assemblee) in decine di aziende metalmeccaniche dell’area torinese nel quadro dell’iniziativa delle segreterie nazionali di Fim – Fiom – Uilm contro i licenziamenti e le delocalizzazioni dopo la scadenza del blocco dei licenziamenti.
Stabilimenti in sciopero
Gli scioperi sono indetti unitariamente dalle RSU e riguardano, per il momento, gli stabilimenti di Leonardo Caselle, Collins Aerospace Microtecnica, Avio Aero di Rivalta e Borgaretto, Denso, Maserati Grugliasco, Stellantis sito di Mirafiori, Icsa, Sesia Fucine, Sotras, Sipal, Sicme Orange, ITT Vauda, Dayco di Ivrea, Sata di Valperga, Perardi & Gressino, Siderforge Rossi, Tenneco di Cuorgnè (ex Federal Mogul), Fucine Rostagno, Ethos energy, Webasto, Sogefi, Lear, Comau, Pedal, Dana Graziano, Automotive Lighting, Marelli scarico, Trico, Finder, Elbi, Stat.
Le parole del Segretario generale Fiom Cgil Torino
Edi Lazzi Segretario generale Fiom Cgil Torino dichiara: “appena il governo ha tolto il blocco dei licenziamenti, e nonostante gli impegni di Confindustria, sono partite le procedure dei licenziamenti collettivi da parte di importanti aziende spesso multinazionali. Questo per noi non è accettabile né rispettoso verso i lavoratori che hanno tenuto in piedi il sistema produttivo durante la pandemia mentre miliardi di euro finivano nelle tasche di diverse imprese. Serve una riforma degli ammortizzatori sociali e strumenti a difesa dell’occupazione. Le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici non intendono accettare questa situazione.
Confindustria deve rispettare i patti e bloccare i licenziamenti e il governo Draghi deve intervenire subito per risolvere le tante crisi industriali, riformare ed estendere gli ammortizzatori sociali, vincolare gli investimenti europei alla difesa dell’occupazione e della sicurezza sul lavoro, impedire le speculazioni internazionali che distruggono il nostro tessuto industriale”.