L'allarme di Ascom: "Un'impresa commerciale su due rischia di finire nelle mani degli usurai"
La pandemia ha creato un terreno fertile per malintenzionati che senza scrupoli sfruttano la disperazione di chi è costretto a ricorrere ai prestiti.
Un'impresa commerciale su due rischia di finire nella mani degli usurai: è l'allarme di Ascom.
Mancanza di liquidità e rischio usura
Il 40% degli imprenditori è a rischio usura, proprio nell'anno della pandemia la mancanza di liquidità ha costretto imprenditori di diversi settori a chiedere prestiti. Il dato allarmante emerge per l'ottava edizione di "Legalità ci piace", la Giornata nazionale Confcommercio.
I dati
A Torino, il 78% delle imprese del commercio, della ricettività e dei pubblici esercizi con meno di 10 addetti ha chiuso il 2020 in perdita o forte perdita, oltre il 55% ha avuto problemi di liquidità e il 13% sta valutando la chiusura definitiva dell’attività. Un terreno più che fertile, purtroppo, per i malintenzionati.
Dove si infiltra l'illegalità
A questo proposito, la presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia, Maria Luisa Coppa dichiara:
I dati rilevano che il settore del commercio e del turismo, a livello nazionale, hanno perso 180 miliardi di fatturato. I ristori in senso ampio, dal fondo perduto dei vari decreti all’esonero Irap, al credito d’imposta sugli affitti, hanno valso circa 37 miliardi. La differenza – pari a 143 miliardi di euro – è stata a carico delle Imprese del commercio e del turismo che hanno dato fondo alle risorse proprie ed hanno ricorso al prestito bancario. In questo spazio c’è purtroppo un forte rischio che si infiltri l’illegalità.