Caso Biraghi

La bancarella in piazza San Carlo non sarà "chic", ma è molto meglio di una serranda abbassata

L'azienda è finita al centro di una polemica sul decoro cittadino di uno dei salottini più amati dai torinesi e dai turisti.

La bancarella in piazza San Carlo non sarà "chic", ma è molto meglio di una serranda abbassata
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In Piazza San Carlo, sotto i portici, la Biraghi, azienda casearia che un anno fa ha ridato vita ai locali della storica gastronomia Paissa, ha allestito due banchi dove vende i propri prodotti.

Il mercatino della discordia

Un mercatino con formaggi, salumi, birre artigianali, biscotti e marmellate che ogni sera viene smontato e riposto nei locali vuoti dai dipendenti. Una soluzione del tutto temporanea che ha ovviamente l'autorizzazione del Comune, ma che non è molto apprezzata dai "vicini di casa".

Infatti, in questi giorni, si è aperta una polemica che riguarda l'estetica della piazza, che secondo il parere di alcuni, sarebbe rovinata con un conseguente danno d'immagine per tutte le attività presenti.

La convinzione di alcuni è stata tale da richiedere un confronto a Palazzo Civico: Nicola Cesaro, proprietario del Caffè Torino, si è fatto portavoce di alcuni negozianti di zona e ha ribadito la sua contrarietà.

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La parola a Biraghi

Dopo esserci recati personalmente a vedere la situazione e aver constatato un bel via vai davanti ai banchi, abbiamo voluto farci raccontare il punto di vista dell'azienda direttamente dal Direttore Marketing Claudio Testa che ha dichiarato

"Dopo aver affrontato ingenti investimenti per la ristrutturazione dei locali in piazza San Carlo, durante il lockdown siamo stati costretti a chiudere le porte del nostro negozio. Ma, con l’avvio della Fase 2 e con le misure messe in atto dal Governo, poi seguite anche dalla Città di Torino, abbiamo ragionato su come riaprire in piena ottemperanza dei Decreti Ministeriali. L’occasione è arrivata quando il Comune ha regolamentato l’utilizzo del suolo pubblico da parte delle attività commerciali fino al 31 ottobre 2020 che ha consentito, quindi, di portare e ampliare il proprio lavoro all’esterno. Abbiamo ragionato sulla modalità più consona e abbiamo cercato di metterla in pratica nel migliore dei modi, così come hanno fatto altri negozianti. Se non fosse stata data questa opportunità dal Governo e dal Comune di Torino, come noi anche tante altre attività probabilmente non avrebbero riaperto. Opportunità che, inoltre, ci ha consentito di rinnovare il contratto di lavoro a 22 addetti".

Cosa dicono i clienti

Prima di riaprire il punto vendita di piazza San Carlo, Biraghi aveva condotto un sondaggio tra i clienti per capire il loro grado di preoccupazione nel post Covid. Per andare incontro alle esigenze emerse, l'azienda aveva pensato a una formula che consentisse di continuare a lavorare, conciliando regole sanitarie ed estetica urbana. Ed ecco l'idea del mercatino smontabile. In queste settimane gli stessi cittadini e i turisti che lentamente stanno tornando in città si sono dimostrati piacevolmente stupiti dalla soluzione.

Vantaggi per tutti

Per Claudio Testa, inoltre c'è un altro aspetto da considerare in questa diatriba, quello che riguarda la possibilità di avere il maggior numero di persone circolanti nel centro in modo che ci siano ricadute positive per tutti.

Infine, c'è anche un'altra questione fondamentale, quella della ripresa del commercio torinese, ben più importante di qualsiasi polemica estetica. E proprio a proposito di questo il Direttore Marketing non ha dubbi e aggiunge:

"In un momento così difficile dal punto di vista economico e sociale, abbiamo voluto fornire il nostro supporto alla ripresa del commercio torinese. Crediamo nel futuro di questa Città e nella vitalità del suo commercio, testimoniata dal desiderio condiviso di commercianti e negozianti di riaprire le proprie attività con modalità anche non convenzionali come abbiamo fatto noi, e siamo convinti che il decoro cittadino passi anche, e soprattutto, da vetrine illuminate e serrande alzate".

 

Silvia Venezia

 

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