Dopo la "guerra" con la Svizzera per il Gianduiotto, ecco che Milano si compra un altro simbolo della città: il Pinguino di Pepino...
Il gruppo Eurofood ha acquisito l’81% della storica azienda Pepino
Immaginatevi una bella dama di inizio Novecento che cammina sotto i portici di Torino in una giornata primaverile, la dama improvvisamente ha voglia di qualcosa di fresco che non si sciolga colando sui guanti e sul suo bel vestito.
L'intuizione del gelato su stecco
Ecco l'intuizione al costo di una lira: il gelato su stecco di legno. Cremoso e con una bella copertura di cioccolato proprio perché la crema non coli subito sporcando il goloso di turno.
Se siete particolarmente giovani e non originari di Torino direte: ma certo, state parlando del Magnum! I più anziani di voi penseranno invece al Mottarello, gelato su stick di legno che andava per la maggiore negli anni Settanta. O al Cremino dell'Algida, creato nel 1964.
Ebbene, in realtà stiamo parlando del Pinguino di Pepino, una golosità molto conosciuta e apprezzata in città, ma anche di un brevetto.
Perché forse non tutti sapranno, persino tra i Torinesi stessi, che il famoso gelato Pinguino fu un' intuizione di Giuseppe Feletti e di suo genero, Giuseppe Cavagnino che nel 1916 avevano acquistato il marchio da Domenico Pepino, un napoletano che si era trasferito a Torino dove aveva aperto la sua gelateria in piazza Carignano (dove si trova tuttora), diventata un punto di riferimento della città, nel 1884.
Il Pinguino di Pepino ha richiesto anni di sperimentazione e ricerca ed è stato bervettato nel 1938 (brevetto n. 58033).
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Un'amara notizia per i Torinesi
Ripercorrendone la storia, impossibile che questo buon gelato che siamo abituati a vedere anche nel reparto frigo dei nostri supermercati non ci renda un po'orgogliosi ed ecco però la notizia amara di questi giorni.
Uno dei simboli di Torino è diventato di proprietà milanese. Il gruppo Eurofood, che distribuisce una cinquantina di brand tra cui Chupa Chups e i Macarons de Pauline, generando circa 115 milioni di fatturato, ha acquisito l’81% della storica azienda Pepino.
L'acquisizione
La produzione, gli uffici e il management restano in città. Alla guida dell’azienda ci sarà ancora l’ad Alberto Mangiantini, che mantiene una quota di minoranza di Pepino così la famiglia Cavagnino, (con Edoardo Cavagnino) ex proprietari ed eredi dei fondatori. Eurofood, gruppo della famiglia Boerci, vuole far crescere il Pinguino nel settore premium dei gelati su larga scala e anche sui mercati esteri.
La guerra dei torinesi per salvaguardare il cioccolato
E dire che avevamo appena tirato un sospiro di sollievo per "l'affaire Gianduiotto"conclusosi fortunatamente con l'ok della svizzera Lindt alla decisione della Regione Piemonte di ottenere la marchiatura IGP per l'altro prodotto simbolo di Torino.
Una guerra iniziata nel 2017 quando Lindt (che è proprietaria dal 1997 dell’azienda italiana Caffarel, a cui si riconosce la paternità della ricetta del Gianduiotto) non solo si era opposta, ma aveva anche proposto di aggiungere del latte alla ricetta originale suscitando l'indignazione dei mastri cioccolatai piemontesi.
Ora un accordo è stato raggiunto e dovrebbe soddisfare entrambe le parti: la produzione di Caffarel non cambia, mentre gli artigiani di Torino avranno un disciplinare per produrre il Gianduiotto in maniera tradizionale.