flop totale

"Basta assistenzialismo, serve una vera politica attiva": per l'Assessore regionale al lavoro il reddito di cittadinanza è un fallimento

I numeri sono la prova lampante che sono stati prodotti risultati insufficienti.

"Basta assistenzialismo, serve una vera politica attiva": per l'Assessore regionale al lavoro il reddito di cittadinanza è un fallimento
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In un anno in Piemonte sono stati stipulati solo 1936 contratti a tempo indeterminato, ma la platea è di oltre 60mila persone. Per l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, questa è la prova di un flop.

Risultati insufficienti

I numeri sono la prova lampante che il reddito di cittadinanza produce risultati insufficienti. E se ciò non bastasse potrebbe favorire anche il lavoro in nero. Esisterebbe infatti una percentuale di «bisognosi» che avrebbero colto la palla al balzo percependo il reddito e «arrotondando» con lavori i cui proventi non vengono poi dichiarati al fisco.

Numeri che parlano

In un anno, con aggiornamento a fine agosto 2020, su 61.972 «notificati MLPS», ovvero beneficiari facenti parte degli elenchi che Anpal ha notificato alle Regioni in qualità di soggetti trattabili dai Centri per l'impiego, soltanto 8009 hanno attivato un contratto di cui 1936 a tempo indeterminato, che è poi l’obiettivo ultimo del progetto. E anche se va detto che gli esclusi e gli esonerati sono risultati essere 15,621 (il che restringe la platea), i Centri per l’impiego, gestiti da Agenzia Piemonte Lavoro e recentemente rafforzati con un progetto di nuove assunzioni, sono stati in grado di convocare per il primo appuntamento 49.637 persone, 26.720 delle quali hanno sottoscritto il cosiddetto «PdS» ovvero l’impegno nella ricerca del lavoro.

Il progetto di rinforzo agli enti

Di questi 12,463 sono stati convocati per il secondo colloquio. Altri verranno convocati prossimamente anche grazie al suddetto rafforzamento dei Centri: 48 nuovi assunti hanno preso servizio a inizio mese, ma il progetto, fortemente voluto dall’assessore regionale al Lavoro e dal direttore di Apl, Federica Deyme, prevede, in due anni, l’assunzione totale di circa 400 persone per ridare forza a enti che, nell’intenzione della Regione, devono recuperare davvero centralità ed efficacia, diventando un punto di riferimento per i cittadini che cercano occupazione.

La soluzione secondo l'assessore

L’assessore regionale al Lavoro, pur lodando l’impegno di Apl e dei Centri per l’impiego per far fronte al Reddito di Cittadinanza, ha confermato il suo giudizio negativo sul provvedimento del governo, evidenziando come gli stessi numeri dimostrino il fallimento annunciato. Per l’esponente della giunta regionale le politiche puramente assistenzialiste, non solo non sono utili, ma si rivelano addirittura dannose. Per l’assessore occorre invece puntare sulle politiche attive - in particolare sull’orientamento e sulla formazione, come la Regione sta facendo da più di un anno - con misure che favoriscano davvero l’occupazione.

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