Automotive, il 73,8% delle imprese ancora legato a motori a combustione interna
Il 15,6% di aziende ha aderito a progetti che sviluppano tecnologia fuel cell.
Il 73,8% delle imprese della componentistica automotive è ancora legato ai motori tradizionali, anche se l'attenzione per il powertrain elettrico (il 29,4%) e per quello ibrido (30,3%) è in crescita. Il 15,6% di aziende ha aderito a progetti che sviluppano tecnologia fuel cell.
I dati
Emerge dall'Osservatorio sulla componentistica automotive italiana della Camera di commercio di Torino e dell'Anfia, presentato al Mauto. Sono oltre 2.200 le imprese della filiera italiana dell'automotive, con oltre 168.000 addetti, numero sostanzialmente stabile rispetto al 2020 e un fatturato netto nel 2021 pari a 54,3 miliardi di euro, in crescita del 16,7%. Nei prossimi cinque anni di nuove figure professionali, da destinare ai processi produttivi (62%), all'automazione e sistemi meccatronici (53%), ai prodotti e materiali (48%), alla sostenibilità ambientale (47%).
Alti costi energetici
"Il 2021 si era chiuso in ripresa, con un fatturato in crescita del 16,7%, ma oggi per le imprese della filiera si moltiplicano le sfide: alti costi energetici e delle materie prime, crisi internazionale e accelerata transizione ecologica.
Per questo le nostre imprese cercano soluzioni, vendendo di più all'estero, investendo in innovazioni di prodotto e cercando sul mercato del lavoro nuove competenze, difficili da trovare: cautela e prudenza caratterizzano le prospettive per l'anno", afferma il presidente della Camera di commercio Dario Gallina.
"Anche l'export della componentistica ha visto nel 2021 un netto recupero (+15,4%), con un rallentamento nella seconda parte dell'anno per il protrarsi della crisi dei semiconduttori, delle materie prime e della logistica" spiega Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti Anfia. Stella ricorda che "le imprese, da quest'anno, possono contare sulle misure del fondo automotive, in particolare gli interventi di politica industriale come i contratti di sviluppo e gli accordi di innovazione, che agevolano i piani di investimento delle imprese".