Philippe Daverio e Torino, la "bella addormentata"
Il suoi papillon colorati, la sua ironia e la sua tipica parlata hanno lasciato il segno.
È morto all'istituto dei Tumori di Milano lo storico dell'arte Philippe Daverio. Avrebbe compiuto 71 anni il 17 ottobre.
Daverio e Torino
Daverio ci teneva a ribadirlo: Torino non è più una città operaia, ma un bellissimo museo en plein air e dei torinesi poi aveva un'opinione altissima: garbati e con un'inclinazione alla contemporaneità sempre viva nei secoli. La città per lui era una bella addormentata che aspettava di essere svegliata, piena di angoli misteriosi da scoprire e da raccontare e la Mole Antonelliana per lui era un monumento addirittura "commovente".
Qualche anno fa ne aveva parlato in collegamento da casa a Radiobici e l'entusiasmo era quello di sempre, quello che lo aveva trasformato in un grande divulgatore dell'arte in televisione con trasmissioni sue e rubriche anche in programmi a contenuto più leggero come Striscia la Notizia. La sua presenza in programmi come Striscia e la disinvoltura con cui ammetteva di non essere laureato forse lo penalizzava davanti a certi accademici, ma Daverio era conosciuto e amato come una pop star e i suoi papillon e il suo accento difficilmente si dimenticheranno.
La vita di Philippe Daverio
Daverio aveva 71 anni. Nato nel 1949 a Mulhouse, in Alsazia, si era trasferito a Milano nel 1968, qui frequentò Economia e Commercio all’Università Bocconi, ma non prese mai la laurea. Nel 1975 inizia invece la sua lunga e nota esperienza nel mondo dell’arte, con l’apertura della sua prima galleria in centro a Milano. Da allora Daverio è stato, oltre che storico dell’arte, anche docente, saggista, personaggio televisivo e politico: è stato infatti, dal 1993 al 1997, nella giunta Formentini del comune di Milano, dove ha ricoperto l’incarico di assessore con le deleghe alla Cultura, al Tempo Libero, all’Educazione e alle Relazioni Internazionali.
Le parole dell'Assessore alla Cultura della Regione Piemonte
Vittoria Poggio, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte, lo ha voluto ricordare con queste parole
Sapeva creare suggestioni acute e mai banali, uomo di grandissima cultura in campo storico e artistico celebre anche per le sue lectio magistralis che lo hanno portato a scalare la classifica dei più grandi divulgatori e pensatori contemporane. L’inflessione tradiva le sue origini francesi, ma era innamorato dell’Italia tanto da definirsi lui stesso un super italiano. Lascia questa vita terrena un grande intellettuale e un uomo di grande intelligenza, che utilizzava anche l’ironia come strumento per divulgare il sapere.