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L'immensa collezione del Museo del Cinema nel caveau di una banca: tra foto, locandine e oggetti di scena

Dal beauty- case di Marylin Monroe alla testa di scimmia "porta zuppa" di Indiana Jones e il tempio maledetto: parliamo di oltre un milione di pezzi che non hanno trovato posto alla Mole Antonelliana

L'immensa collezione del Museo del Cinema nel caveau di una banca: tra foto, locandine e oggetti di scena
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Nel 1952 Marylin Monroe in un'intervista a Life Magazine raccontò al giornalista di andare a dormire indossando "solo due gocce di Chanel n°5", un'affermazione rimasta nella storia. Ma chissà quali segreti di bellezza, a parte l'iconico profumo, nascondeva il beauty-case di una star del cinema come la Monroe.

Chi ha la passione per il grande cinema e per il mondo ad esso collegato subisce sempre anche il fascino degli oggetti appartenuti alle icone del cinema, fuori e dentro la scena.

L'immensa collezione del Museo del Cinema

Ecco allora una notizia che piacerà particolarmente ai cinefili: cimeli come il beauty case di Marylin sono molto più "disponibili" di quanto si possa pensare, (soprattutto per i Torinesi) perché fanno parte dell'immensa collezione del Museo del cinema, un vero e proprio "tesoro" di incredibile valore che come tale infatti è custodito nel caveau di una banca, per l'esattezza di un'Unicredit di via Nizza.

Catologati, inscatolati e conservati in decine e decine di armadi, qui si possono trovare la spada di Excalibur, la mantella indossata da Marcello Mastroianni nell'Enrico IV, il costume di Peter O'Toole per Lawrence d'Arabia. Ma anche le pistole usate in Pulp Fiction, le bottiglia e i bicchieri dei Flintstones, e perfino il bambolotto voodoo e la testa di scimmia usati ne Indiana Jones e il tempio maledetto (chi di voi si ricorda questa testa servita proprio ad Indiana Jones per cena?)

 

Parliamo di oltre un milione di pezzi che non hanno trovato posto alla Mole Antonelliana. Oggetti di scena quindi ma anche manifesti e locandine originali di film che hanno fatto la storia del cinema, come la Dolce Vita di Fellini o Senso di Visconti, in tutto quasi 540mila. E poi naturalmente fotografie, dagherrotipi, ferrotipi, carte visive e memorabilia acquistate nel tempo, soprattutto alle aste, o ricevute in donazione.

Il caveau ha riaperto ieri, 26 settembre 2023, dopo essere stato chiuso dal 2018 per problemi legati all'impianto di aerazione. Ora è stata rifatta tutta l'impiantistica e i locali sono tornati agibili per il personale.

Le collezioni sono quindi d'ora in poi consultabili su appuntamento. Inoltre, tutto il materiale è anche a disposizione per le mostre che vengono fatte in giro per il mondo.

 

 

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