Il restauro dell'oratorio di Chieri sulle tracce di don Bosco
L'intenzione del Comune è creare una sala polivalente dall'antico splendore e dotarla di impianti tecnologici all'avanguardia.
Procede alla grande il restauro dell'oratorio di Chieri, sulle tracce di don Bosco. Non solo cronaca nera, aggiornamenti d'attualità e polemiche: anche la cultura e l'arte (del restauro) devono ottenere la giusta attenzione. Torino e la sua cintura metropolitana sono piene di splendide opere architettoniche che vanno valorizzate.
Vi studiò per sei anni
Un esempio? Nella cappella dell’Oratorio di San Filippo Neri è in corso un impegnativo restauro curato dal Comune con il fattivo contributo della Regione Piemonte. Il luogo è caro ai chieresi e ai Salesiani perché tra quelle mura, in quelle stanze e in quei corridoi San Giovanni Bosco studiò dall’ottobre del 1835 al 1841, anno in cui terminò a malincuore il suo percorso di clericato. Lo disse lui stesso: “Mi tornò dolorosissima quella separazione; separazione da un luogo dove ero vissuto per sei anni, dove ebbi educazione, scienza, spirito ecclesiastico e tutti i segni di bontà e di affetto che si possono desiderare”. Il centro visite allestito al primo piano permette di scoprire la vita del santo e l’ambiente chierese che fu il teatro della formazione di don Bosco, attraverso un percorso multimediale e la parziale ricostruzione di alcuni ambienti della prima metà dell’Ottocento.
La storia dell'edificio
La prima edificazione dell'oratorio risale al 1695, come conseguenza dell'ampliarsi del convento e del suo collegarsi alla chiesa di San Filippo. Le opere vennero proseguite tra il 1763 e il 1772, su progetto dell'architetto Ignazio Galletti. Dopo la chiusura del seminario, anche l'oratorio come il convento andò lentamente depauperandosi. Nel 1801, durante la dominazione francese, chiesa e convento passarono al Comune. Nel 1819 il convento fu chiuso per mancanza di religiosi. Dal 1828 al 1949 l’edificio fu sede del Seminario Maggiore di Torino. Fu più volte parzialmente requisito per essere utilizzato come caserma e poi come carcere nel periodo della Grande Guerra.
Restauri da gennaio '21
I lavori di restauro, iniziati nel gennaio 2021, mirano a restituire l’antica cappella all’aspetto di fine Ottocento. Attraverso analisi fisico-chimiche è stato possibile ricostruire l’originale impianto. L’intenzione dell’Amministrazione comunale è quella di dotare la città di una sala ad uso polivalente tornata agli splendori originali e attrezzata con i più moderni impianti tecnologici. Nella prima fase del restauro sono state ripulite le pareti affrescate, anche attraverso l’estrazione dei sali depositati sulla superficie. Le parti mancanti delle numerose figure di putti (bambini alati in guisa di angioletti) vengono invece ridipinte in modo non invasivo, nel rispetto dei dettami del restauro conservativo. Procede bene quindi il restauro dell'oratorio di Chieri, dove studiò don Bosco.