“I treni che non abbiamo preso sono fermi nell’erba alta”: due serate dedicate alla poesia ai Docks Dora di Torino
Di e con Gabriella Dario, regia Giordano V. Amato, produzione Il Mutamento ETS in collaborazione con Associazione Viaggi con l’asino
Poesia e musica sul palco dell'Associazione L'asola di Govi ai Docks Dora, via valprato 68 (pad F) a Torino. Gli spettacoli sono giovedì 17 e venerdì 18 ottobre, alle 21. (Ingressi: intero 8,00 € - ridotto 5,00 €).
Le parole del regista Giordano V. Amato
Queste le parole di Giordano V. Amato, regista dello spettacolo:
“I treni che non abbiamo preso sono fermi nell’erba alta” colloca la parola poetica al centro della scena per dare vita a un Teatro di Poesia personale, in sintonia con i versi di Gabriella Dario. In una scena volutamente nuda, l’attenzione è posta sul dialogo tra le parole
scritte e le rare azioni compiute, tra le scelte della messa in scena e l’articolata partitura musicale. Nessun elemento è al servizio dell’altro, ma il loro incontro concorre alla creazione di una scala sulla quale lo spettatore è invitato a salire, dato che da un punto più alto è possibile scorgere quello che il basso non conosce. Ma salire vuol dire anche esporsi, collocarsi in evidenza. Gabriella ha compiuto una scelta. La condivisione della sua necessità è uno dei doni di questa creazione. Salire o scendere è il compito di ognuno, ognuno secondo il proprio desiderio. Qui si parla di treni che,anche se immobili, non possono essere perduti e la destinazione è certa. C’è sempre tempo per prenderli. Basta accogliere l’offerta di lasciarsi accompagnare nel mondo della Poesia. È teatro? Non è teatro? Cos’è il teatro? Le definizioni non sono necessarie per viaggiare. L’importante è non restare fermi, neppure quando siamo seduti sulla nostra sedia.
Gabriella Dario: con le parole provo a catturare la magia dei momenti belli o tragici della vita
Mentre Gabriella Dario descrive così le poesie che porta sul palcoscenico:
Le poesie che propongo nello spettacolo “I treni che non abbiamo preso sono fermi nell’erba alta” sono una disincantata riflessione sulla duplicità dell’esistenza, tra impermanenza e bisogno di stabilità, tra immobilità e movimento, tra attaccamento e liberazione.
Versi che interrogano il rapporto con le cose, il loro farsi e disfarsi, il presente e il sentimento del tempo che fugge, solitudini che evocano vicinanze e distanze nutrite di memoria, “valigie piene di ricordi” dove la mente ritorna non per nostalgia, ma per dolcezza e vicinanza.
Sullo sfondo una Natura-farmaco che cura, balsamo lenitivo per le ferite della vita, invisibile e resistente membrana che contiene, richiamo per non perdersi.
Parole che provano a catturare con pennellate di colore, la magia dei momenti belli o tragici della vita scoprendone il lato insolito, la sorpresa che lascia interdetti, una lucida bellezza che si posa sugli accadimenti quotidiani.