Evento tanto atteso

Dopo tre mesi di lockdown riapre il Museo Egizio di Torino

Riapertura il 2 giorno scorso con il "tutto esaurito".

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Dopo tre mesi di lockdown lo scorso 2 giugno 2020 ha riaperto il Museo Egizio e subito ha fatto registrato il tutto esaurito.

Riapre il Museo Egizio

Emozionati come fosse l’inaugurazione: (e in un certo senso lo è) sono Evelina Christillin, la Presidente, e Christian Greco il Direttore a spalancare il pesante portone in legno del Museo Egizio per la riapertura, il 2 giugno 2020, dopo tre mesi durissimi di chiusura forzata. Fuori i primi turisti. E il tempo, fermato a causa dell’emergenza sanitaria, riprende a scorrere.

“Un’emozione grandissima. Più emozione oggi rispetto al 1° aprile 2015 quando abbiamo aperto il museo rinnovato. Questo museo non era mai stato chiuso dal secondo conflitto mondiale, il non poter fare il nostro lavoro, il non poter più essere servizio pubblico essenziale, è stato fortissimo. Poter riaprire le porte e dire “siamo qui per tutti, è il museo di tutti” è stato un momento meraviglioso” dice Christian Greco.

Tutto esaurito

Ingresso gratuito per la prima giornata di apertura e biglietti andati esauriti in meno di 48 ore. Ovviamente anche qui regole precise: mascherina obbligatoria, disinfezione delle mani, controllo della temperatura all’ingresso, distanziamento di due metri e presenze contingentante.

“All’interno del Museo in contemporanea ci possono essere 288 – continua Greco – prima del lockdown arrivavamo quasi a 2.000. E’ un rapporto quasi di 1 a 10, ma si può visitare il museo in tutta tranquillità e scoprire tutte le meraviglie che custodiamo”.

880 visitatori al giorno

Il Museo Egizio per il mese di giugno rimarrà aperto solo nelle giornate di venerdì, sabato e domenica e potrà ospitare massimo 880 visitatori al giorno, in tempi normali erano 3.000 e nelle giornate di maggior affluenza si potevano toccare picchi anche di 8.00 presenze giornaliere.

Ma “la cultura è un bene di tutti, questa collezione è un patrimonio di tutti” dice Evelina Christillin e nonostante le difficoltà economiche "tenerla chiusa sarebbe una forma di egoismo”.

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