Arte e tradizioni religiose: restaurata la Cappella della Sindone
In zona gialla l'edificio e il suo altare sono rientrati nel percorso di visita dei Musei Reali. Parla l'architetto Marina Feroggio.
Buone notizie per chi ama l'arte e le tradizioni religiose: nella Cappella della Sacra Sindone sono terminati i lavori per il recupero dell’altare progettato da Antonio Bertola, rimasto l’ultimo testimone del rogo che 24 anni fa danneggiò gravemente il gioiello barocco progettato da Guarino Guarini.
Concluso il restauro
Si conclude così un intervento di restauro strutturale e architettonico particolarmente complesso e impegnativo che, nel 2018, ha già consentito la riapertura al pubblico della cappella. Sono serviti 333 giorni e quasi 11.0000 ore di lavoro, insieme ai contributi del Ministero della Cultura, della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Fondazione Specchio dei Tempi, per recuperare l'altare commissionato dal duca di Savoia Vittorio Amedeo II e progettato dall'ingegnere e matematico Bertola tra il 1688 e il 1694 per accogliere la Santa Sindone, conservata nell'urna centrale dal 1694 al 1993. Il suo impianto si adatta alla forma circolare della cappella e presenta due fronti: uno verso il Palazzo Reale e l’altro verso la cattedrale. Simile a un gigantesco reliquiario, l’altare è in marmo nero di Frabosa arricchito da decorazioni e sculture in legno dorato che risplendono nella penombra dell’aula centrale.
Ritorna visitabile
L’intervento di restauro, affidato al Consorzio San Luca di Torino, progettato e diretto dall’architetto Marina Feroggio con la restauratrice Tiziana Sandri e gli storici dell’arte Franco Gualano e Lorenza Santa dei Musei Reali, ha restituito all’altare la sua immagine architettonica. Sono state restaurate e integrate le parti in marmo e quelle lignee e ricollocati nella loro posizione originaria gli apparati decorativi scampati all’incendio perché messi nell’attigua sacrestia. Così l’architetto Feroggio:
"Dopo quasi 25 anni ritrovano la loro collocazione sulla balaustra anche gli otto angioletti recanti i simboli della Passione e due dei quattro angeli custodi realizzati tra il 1692 e 1694 dagli scultori di corte Borello e Neurone. Siamo riusciti inoltre a ricomporre e ricostruire il meccanismo di scorrimento delle vetrate che servivano a proteggere la ferrata dorata all'interno della quale era custodita la cassetta contenente la reliquia. Sono infine stati ricollocati gli apparati successivi rispetto alla composizione dell'altare. rappresentati da quattro lampade d’argento e dal tabernacolo settecentesco".
Riaprono i Musei Reali
Con il passaggio del Piemonte in zona gialla la Cappella della Sacra Sindone e il suo altare sono così rientrati nel percorso di visita dei Musei Reali. A breve, grazie a un progetto multimediale promosso dalla Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Torino, i visitatori potranno ricevere tutte le informazioni sul restauro e vivere un’esperienza coinvolgente attraverso una app gratuita che utilizza la realtà aumentata, realizzata da "Ribes Solutions" e da "Visivalab".
Per chi non lo sapesse, fu il duca Carlo Emanuele I di Savoia a commissionare nel primo decennio del Seicento la cappella della Sindone all’architetto Carlo di Castellamonte per dare una sede definitiva alla prestigiosa reliquia, posseduta e custodita dal casato sabaudo fin dal 1453 e trasferita da Chambéry a Torino nel 1578. Il progetto fu successivamente modificato da Bernardino Quadri, di Lugano, al quale si deve la progettazione nel 1657 di un edificio a pianta circolare incastonato tra il palazzo ducale e la cattedrale di San Giovanni. Nel 1694 la Santa Sindone venne collocata all’interno della cappella e deposta nell’altare centrale progettato dal Bertola.
(foto di copertina: Daniele Bottallo per www.beniculturali.it)