Addio a Rebecca Horn, suoi i "Piccoli Spiriti Blu" che illuminano il Monte dei Cappuccini dal 1999
La sua opera è una delle installazioni di Luci d'Artista e da ormai 25 anni illumina gli autunni dei torinesi
Cerchi al neon blu di diverse dimensioni, posizionati intorno alla chiesa di S. Maria al Monte dei Cappuccini. A Torino, dal 1999, i "Piccoli spiriti blu" fanno compagnia ai torinesi nelle sere più buie e fredde dell'anno poiché sono una delle opere della collezione di Luci d'Artista, installazioni luminose create da artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo.
Piccoli spiriti blu a Torino
L'effetto, grazie alla nebbia e alle nuvole, è sempre diverso e particolarmente suggestivo e regala al panorama un che di surreale.
Si può senz'altro dire che "Piccoli spiriti blu", anche grazie alla loro posizione elevata rispetto alla città, poiché sulla collina, è una delle più viste e amate opere delle Luci d'artista.
La loro creatrice, Rebecca Horn, è mancata il 6 settembre 2024, a darne la notizia il sindaco di Torino Stefano Lo Russo che su X scrive:
Il mondo dell'arte piange Rebecca #Horn, autrice di una delle opere più amate e fotografate delle Luci d'Artista. "Piccoli Spiriti Blu", che ogni anno accende il Monte dei Cappucini, continuerà a legare Horn a Torino, e a regalarci una splendida espressione della sua arte. pic.twitter.com/maPKhPNA8w
— Stefano Lo Russo (@lorusso_stefano) September 8, 2024
Chi era Rebecca Horn
Nata a Michelstadt, in Germania, nel 1944, Rebecca Horn imparò a disegnare dalla sua governante rumena, e da allora preferì questo tipo di linguaggio considerandolo più libero rispetto a quello orale.
La Horn raccontava infatti che, dopo il conflitto, dovunque andasse non poteva parlare tedesco, in quanto si sentiva odiata perché tedesca. Si appassionò al disegno perché non doveva "disegnare in tedesco, francese o inglese", ma solo disegnare.
A 19 anni si oppose ai piani dei genitori di farla studiare Economia e decise di frequentare l'Accademia di Belle Arti di Amburgo. L'anno dopo, colpita da un grave avvelenamento dei polmoni per aver lavorato la fibra di vetro senza protezioni, fu costretta a lasciare l'Accademia.
La morte dei genitori, un anno di degenza in ospedale e un lungo trattamento con antibiotici, la spinsero a isolarsi, e a lavorare solo con materiali più sicuri. Uscita dalla fase di isolamento, iniziò a creare sculture e strane estensioni con balsa e tessuti, con lo scopo di sconfiggere la "solitudine, comunicando attraverso le forme del corpo".
L'artista negli anni continuò a creare, producendo oggetti che ricordavano bozzoli, body extension rivestite e fasce prostetiche. Nei tardi anni Sessanta iniziò a dedicarsi alla performance art spaziando tra vari generi.
Le sue sperimentazioni hanno coinvolto diversi linguaggi delle arti visive oggi fruibili nella grande mostra antologica a lei dedicata e ospitata all’Haus der Kunst a Monaco di Baviera fino al 13 ottobre 2024.
Luci d'artista
Ogni anno, nel periodo invernale, Torino si trasforma in un Museo a cielo aperto di installazioni luminose di grandi artisti italiani e internazionali. Le Luci nascono nel 1998 come eccezionali luminarie per celebrare le feste natalizie, e da subito diventano oggetto di un obiettivo ambizioso: creare una collezione pubblica espressione di “una cultura alta capace di comunicare con tutti”, come affermava Fiorenzo Alfieri, che ne è stato il visionario ideatore.
27 le Luci della 26esima edizione, ed ecco una selezione delle più famose e amate: