colpo di scena

Vittorio Sgarbi incastrato dall'interrogatorio al pittore: "Mi ha chiesto lui di aggiungere la fiaccola"

Questa dichiarazione, insieme alle varie analisi di laboratorio sul quadro, hanno portato la procura di Macerata a chiudere l'indagine

Vittorio Sgarbi incastrato dall'interrogatorio al pittore: "Mi ha chiesto lui di aggiungere la fiaccola"
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Nella vicenda di Vittorio Sgarbi e del quadro di Manetti rubato nel 2013 mancava solo un tassello, ovvero la dichiarazione del pittore che, secondo l'accusa, avrebbe manomesso l'opera d'arte in modo da differenziarla dal dipinto portato via dal castello di Buriasco (Torino).

L'ammissione del pittore

Al centro della vicenda c'è la tela seicentesca "La Cattura di San Pietro" rubata nel castello di Buriasco nel febbraio 2013, e riapparsa nel 2021 (in riproduzione 3D), come inedito di Manetti e di proprietà di Sgarbi, a Lucca nella mostra "I pittori della luce", da lui curata: rispetto a quello trafugato 8 anni prima, però, compare una fiaccola. Chi l'ha dipinta? E' originale o è stata aggiunta da qualcuno? Domande a cui si cerca di rispondere anche analizzando il dipinto dimostrando l'utilizzo di colori di origine industriale, ma come se non bastasse alla fine anche Pasquale Frongia in arte Lino, 66 anni, amico di Sgarbi, pittore e abile copista, ha ammesso il suo coinvolgimento in questa storia:

"La torcia nell’origine non c’era, fu Vittorio Sgarbo a chiedermi di aggiungerla"

Questa dichiarazione, insieme ai risultati delle varie analisi di laboratorio sul quadro, hanno portato la procura di Macerata a chiudere l'indagine che ipotizzava i reati di riciclaggio, contraffazione a autoriciglaggio per il critico d’arte che dal canto suo ha sempre sostenuto di aver trovato il quadro così com’era nella soffitta della sua villa in provincia di Viterbo e ora rischia 12 anni di carcere.

Il quadro rubato

Le indagini sono partire a fine 2023 dopo un'inchiesta giornalistica del Fatto Quotidiano e di Report. Il dipinto di Manetti viene poi sequestrato, così come la copia in 3D, dai carabinieri nel gennaio scorso, nel corso di alcune perquisizioni durante le quali Sgarbi lo consegnò spontaneamente. Gli inquirenti hanno sottoposto la tela ad un esperto dell'Istituto Centrale per il Restauro (Icr) e, come conferma la Procura di Macerata, dal confronto con i materiali di un frammento del quadro rubato, i dipinti coinciderebbero.

Il furto

Il quadro era stato rubato nel 2013 e sostituito con una fotografia plastificata poi pinzata all'interno della cornice originale alla bell'e meglio per ingannare al primo sguardo Margherita Buzio, la proprietaria del maniero (trasformato in ristorante) dove era custodito l'originale.
La signora  si accorge subito del furto e corre a fare denuncia ai carabinieri.

Margherita Buzio insieme ai giornalisti di Report

In seguito alla denuncia, i carabinieri scoprono che Paolo Bocedi, storico collaboratore e amico di Vittorio Sgarbi, solo alcune settimane prima del furto aveva visitato il castello, chiedendo di acquistare proprio quell’opera.

Veniamo così a un passaggio chiave: la trasmissione Report ricostruisce come, nella primavera del 2013, quando il quadro era stato già rubato dal castello torinese, Bocedi avesse consegnato ad un casello autostradale, per conto di Vittorio Sgarbi, un’opera strappata e arrotolata al restauratore Gianfranco Mingardi di Brescia.

Le differenze tra le due opere

Anche Mingardi viene a lungo sentito dai giornalisti di Rai 3 Per l'esperto non ci sono dubbi: il dipinto è proprio quella rubata al castello di Buriasco ed esposta nel 2021 in una mostra a Lucca, e questo nonostante il tentativo di renderle diverse attraverso l'inserimento di una candela che nell'opera consegnata al restauratore non c'era.

Il particolare della fiaccola mostrato nel corso della puntata di Report andata in onda il 17 dicembre 2023

La posizione di Vittorio Sgarbi

Nonostante tutto Vittorio Sgarbi ha sempre continuato a ribadire l'autenticità del dipinto e a puntare il dito sul restauratore:

"Avrà anche restaurato dei quadri, ma non questo" dice mentre è ospite a Quarta Repubblica su Mediaset.

E ora, anche di fronte alla chiusura delle indagini, lo storico dell'arte continua a dichiararsi innocente:

"Ribadisco la trasparenza e la correttezza delle mie condotte. Ho quindi piena fiducia nei giudici che dovranno valutare il risultato delle indagini. Respingo infine le parziali e fuorvianti ricostruzioni di certa stampa alla quale non interessa la verità dei fatti ma accreditare come vere le ipotesi dell’accusa".

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