cronaca

Violenza sessuale e prostituzione minorile: la polizia di Stato esegue una misura cautelare in carcere

A far scattare le indagini una mamma che ha sentito una telefonata tra il figlio e l'uomo

Violenza sessuale e prostituzione minorile: la polizia di Stato esegue una misura cautelare in carcere

La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP di Torino, nei confronti di un trentacinquenne cittadino dell’Ecuador, per violenza sessuale aggravata continuata e tentata prostituzione minorile. L’uomo era già in carcere poiché sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria dalla Polizia di Stato per produzione di materiale pornografico con minori degli anni 18.

L’indagine partita dalla denuncia di una mamma

Le contestazioni dell’Autorità Giudiziaria giungono al termine di un’indagine nata dalla denuncia di una mamma alla Polizia, preoccupata per aver intercettato delle comunicazioni telefoniche sospette fra l’uomo ed il proprio figlio, minorenne, fatto oggetto di apprezzamenti di natura sessuale e pressanti richieste di prestazioni della stessa natura da parte dell’adulto che, in cambio, gli offriva regali e anche delle sostanze stupefacenti.

A seguito di un perquisizione a casa dell’uomo, i poliziotti trovavano l’uomo in compagnia di due ragazzi minorenni. Analizzando il materiale informatico presente sui suoi devices, gli investigatori, inoltre, rinvenivano e sequestravano materiale a carattere pedopornografico.

Regali in cambio di prestazioni sessuali utili alla produzione di materiale pedopornografico

Per quanto emerso, gli agenti sottoponevano l’uomo a fermo di indiziato di delitto per produzione di materiale pornografico con minorenni il provvedimento veniva convalidato dal G.I.P. con applicazione della misura cautelare in carcere.

Nel corso delle indagini successive, ulteriori prove hanno portato l’Autorità giudiziaria all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per violenza sessuale aggravata continuata, in merito alle azioni emerse dai video presenti nei suoi cellulari, e per tentata prostituzione minorile: l’uomo, infatti, prometteva agli adolescenti con cui era venuto in contatto beni e denaro in cambio di prestazioni di natura sessuale.