Ha chiesto scusa agli ebrei

Vignetta antisemita: niente processo per l'esponente grillina Monica Amore

La consigliera inizialmente aveva tentato una goffa giustificazione dicendo di non essersi accorta del contenuto perché non ci vede bene. Poi la lettera di scuse, firmata anche dalla Appendino.

Vignetta antisemita: niente processo per l'esponente grillina Monica Amore
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Niente processo per la consigliera del Movimento 5 Stelle Monica Amore che aveva postato una vignetta antisemita sul suo profilo Facebook. La Procura ha chiesto il "non luogo a procedere" perché la denuncia è stata ritirata. Denuncia che la Comunità Ebraica di Torino aveva provveduto a protocollare in Tribunale immediatamente dopo il putiferio seguito alla pubblicazione. La stessa esponente grillina ha chiesto formalmente scusa agli ebrei, in una lettera sottoscritta anche dalla sindaca Chiara Appendino, e la denuncia è stata ritirata.

Una vicenda di portata nazionale

Si tratta di una vicenda che era diventata di portata nazionale, non solo per la esecrabile "prima parte" ovvero la pubblicazione, ma anche per il risibile tentativo di giustificazione della Amore. La consigliera cinquestelle, infatti, intervistata alla radio aveva detto di aver postato la vignetta antisemita senza accorgersi che era... antisemita perché (parole sue) non ci vede bene. Una goffaggine che, ovviamente, non aveva convinto ed anzi aveva aggiunto sale alla minestra della polemica. Tanto che poi, forse dopo qualche giro di telefonate ai piani alti del Movimento 5 Stelle, è giunta la decisione di correre ai ripari. Così è stato. In una lettera firmata oltre che dalla Amore anche dalla Appendino e dal senatore Alberto Airola si promette "impegno nel prendere posizione a fianco della comunità ebraica e a fianco di tutti coloro che vengono discriminati e nel combattere con vigore questo diffondersi d’odio sempre più spesso di carattere antisemita”. Tutto giusto, anche se il passaggio "questo diffondersi d'odio (...) antisemita" potrebbe essere esattamente quello che ha fatto la Amore.

Leggerezza più che antisemitismo

In realtà, secondo più di un osservatore, il gesto della grillina pareva più una leggerezza che un attacco agli ebrei o al sionismo. La vignetta, infatti, sembra più mirata a colpire il Gruppo Gedi con le sue tante ramificazioni più che a stimolare l'odio verso i discendenti di David. Certo, vi era raffigurato il classico ebreo della propaganda nazista (papalina in testa, naso adunco e barba incolta) con un bel coltello nascosto dietro la schiena. Ma l'ironia era tutta diretta contro lo stra-potere occulto delle ramificazioni del Gruppo Gedi (Elkann&Co). Sia come sia, la scusa ha convinto il presidente della Comunità ebraica Dario Disegni a ritirare la denuncia. Il post era stato pubblicato il 9 febbraio e l'accusa ipotizzata inizialmente dalla Procura della Repubblica di Torino era stata "diffamazione aggravata dall'odio razziale" che prevede (in sede penale) la reclusione fino a tre anni e una multa di 500 euro; ovviamente poi la parte lesa viene demandata in sede civile per ottenere ampio risarcimento.

Se l'è cavata chiedendo scusa

Non andrà così però in questo caso, visto che la Amore se l'è cavata chiedendo scusa. Ma anche questo aspetto della vicenda farà discutere: sarebbe andata nello stesso modo se a diffamare in modo razzista fosse stato un qualunque altro cittadino? La Comunità ebraica avrebbe ritirato la denuncia accettando semplicemente le scuse del classico "signor nessuno" che non può contare sulla sponda di sindaco e senatore? Ciascuno può farsi la sua opinione. Sicuramente da questa storia si è capito che (se ce ne fosse ancora bisogno) diffondere odio razziale si ritorce come un boomerang su chi lo fa. Niente processo alla consigliera M5S Monica Amore per la vignetta antisemita quindi.

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